Lo scricchiolio dell'asse Parigi - Berlino si sente fino a Roma
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Lo scricchiolio dell'asse Parigi - Berlino si sente fino a Roma

La lista dei dissapori non è certo breve, ad appena un anno da quando il successore di Angela Merkel si è presentato come nuovo cancelliere al capo dell'Eliseo

Lo scricchiolio dell'asse Parigi - Berlino si sente fino a Roma
Macron e Scholz
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26 Ottobre 2022 - 15.41


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 I segnali di un clima non proprio disteso si sono moltiplicati nelle ore precedenti all’incontro di oggi all’Eliseo tra Emmanuel Macron e Olaf Scholz, un “pranzo di lavoro” preceduto dal rinvio a data da stabilirsi del consiglio dei ministri “congiunto” francese e tedesco (una mossa “molto inusuale” tra partner così stretti) e condito dall’assenza della rituale conferenza stampa fianco a fianco del cancelliere tedesco e del presidente francese: nei comunicati ufficiali l’appuntamento a Parigi viene presentato come l’impegno ad “affrontare in modo unito e solidale le sfide comuni del prossimo decennio”. 

Come spiega su Agi.it Roberto Brunelli la lista dei dissapori non è certo breve, ad appena un anno da quando il successore di Angela Merkel si è presentato come nuovo cancelliere al capo dell’Eliseo, che non aveva mancato di augurarsi una collaborazione stretta e proficua come quella con l’ex ‘ragazza dell’est’.

Così non è, a quanto pare, le differenze si sentono tutte. A cominciare dai temi dell’energia e della difesa. Già prima dell’attacco all’Ucraina da parte delle forze armate russe, la Francia si era espressa in termini fortemente negativi nei confronti del progetto del gasdotto russo-tedesco Nord Stream 2, perseguito finchè nell’imminenza dell’invasione non era stato finalmente ‘congelato’ dal cancelliere tedesco: Parigi, come Washington, aveva ripetutamente lanciato l’allarme circa un’eccessiva dipendenza dell’Europa dal gas russo, mai convinta dalle rassicurazioni tedesche. Per quanto riguarda il presente, pochi giorni fa, al Consiglio europeo, ha creato scompiglio l’avvertimento lanciato da Macron verso “un isolamento” della Germania in Europa: come annotato anche dai media tedeschi, l’irritazione del presidente francese era legata allo “scudo” da 200 miliardi di euro destinato alle aziende della Repubblica federale per sostenere l’impatto dei prezzi energetici accompagnato dall’evidente e reiterata resistenza di Berlino ad un tetto europeo al prezzo del gas.

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Ebbene: la Francia è tra coloro che vedono in quel piano da 200 miliardi la possibilità di una distorsione della concorrenza, ma non la pensa così il cancelliere, secondo il quale altri Paesi si starebbero muovendo esattamente nello stesso modo.

Nell’accogliere Scholz in Francia, il quotidiano Liberation non si mostra eccessivamente tenero: “Basterà il pranzo celebrativo per affrontare una lista così lunga di divergenze: gas, armamenti, price cap, estensione all’est?

Dal punto di vista di Parigi, il cancelliere tedesco mostra di volersi muovere per conto suo su questi temi: nel suo gigantesco piano contro l’inflazione energetica la Francia non è stata informata e neanche le è stato chiesto un consiglio. Dal punto di vista di Berlino, invece, Macron apprezza la solidarietà europea quando favorisce gli interessi francesi, ma la ignora quando può aiutare la Germania a salvare il proprio modello economico”.

Poi ci sono gli screzi sulla politica di difesa, che sempre più spesso rappresenta uno dei maggiori motivi di scontento reciproco: se da una parte sia Parigi che Berlino si dicono d’accordo nel voler rafforzare la difesa europea a fronte della guerra in Ucraina, dall’altra la Francia ha dimostrato di volersi tenere alla larga dal nuovo sistema di difesa aerea europeo lanciato dalla Germania insieme ad altri 14 Stati europei. E mentre continua a perdere colpi il progetto comune del nuovo caccia Fcas, a detta dei giornali tedeschi la freddezza dell’Eliseo deriverebbe anche dal fatto che il nuovo sistema di difesa aereo potrebbe essere targato Israele o Stati Uniti, lasciando al palo il sistema italo-francese di difesa terra-aria a medio raggio Samp/T, detto anche ‘Mambà.

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E ancora: un certo nervosismo si è registrato a Berlino anche quando il capo dell’Eliseo ha lanciato da solo l’idea di una nuova “Comunità politica europea”, condivisa dalla Germania, senza proporre di presentarla insieme a Scholz.

Sin troppo facile ricordare che molto diverso fu il clima dopo l’esplosione della pandemia del Covid, quando Merkel e Macron lanciò insieme il Recovery fund volto a salvare l’economia europeo dall’impatto del virus. Scholz continua a gettare acqua sul fuoco, definendo “molto intensa” la collaborazione tra la Francia e la Germania, mentre il rinvio del consiglio dei ministri congiunti a Fontainebleau è stato accolto con le parole “questo non dice nulla dello stato delle relazioni” tra i due Paesi. Non la pensa così Friedrich Merz, leader della Cdu e capo dell’opposizione al Bundestag: “Il cancelliere deve utilizzare questo viaggio a Parigi per rimettere in funzione il motore franco-tedesco”. C’è chi pensa, tuttavia, che al di là delle dichiarazioni ufficiali gli ostacoli siano troppo grandi per essere appianati ad un pranzo di lavoro.

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