Berlusconi con il colbacco di Putin, la fan di Orban e Salvini contro Von der Layen: vogliamo dar loro l'Italia?
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Berlusconi con il colbacco di Putin, la fan di Orban e Salvini contro Von der Layen: vogliamo dar loro l'Italia?

Il partito russo, quello ungherese e il collante anti-europeo sono la cifra della destra di Maloni, Salvini e Berlusconi. Che vogliono governare l'Italia

Berlusconi con il colbacco di Putin, la fan di Orban e Salvini contro Von der Layen: vogliamo dar loro l'Italia?
Salvini, Berlusconi, Meloni e Lupi
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

23 Settembre 2022 - 17.59


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E’ finita come peggio non poteva. Con lo spot filo-Putin di colui che si è auto-investito a garante del filo-atlantismo e dell’europeismo della destra: Silvio Berlusconi. E non tragga in inganno la tardiva correzione del leader di Forza Italia. Il Cavaliere nel salotto televisivo dell’amico Bruno Vespa si sente a proprio agio come da nessun’altra parte. Quelle parole non sono dal sen fuggite né “estorte” da un padrone di casa alquanto sussiegoso. In scena è andato il Berlusconi doc, un po’ atlantico e un po’ russo, diviso tra il ricordo dei suoi incontri alla Casa Bianca e della frequentazione della dacia russa del caro Vladimir.

Il Berlusconi col colbacco

La storia è nota. Inizia a tarda notte a Porta a Porta. Vladimir Putin è stato trascinato alla guerra dalle pressioni interne e il suo obiettivo era “sostituire il governo di Zelensky con un governo di persone perbene“. Infatti, “non ho capito perché le truppe russe si sono espanse in giro per l’Ucraina, mentre secondo me dovevano soltanto fermarsi intorno a Kiev“. Così Silvio Berlusconi a casa-Vespa difende il suo amico Putin: il leader di Forza Italia, il partito che per tutta la campagna elettorale si è posto come garante nel centrodestra dell’atlantismo e dell’europeismo dell’Italia, a tre giorni dal voto definisce implicitamente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky una persona non perbene, usando toni molto più vicino a Mosca che a Kiev. E di fatto giustifica le azioni del capo del Cremlino, sostenendo anche che avrebbe dovuto continuare nell’assedio della capitale Kiev.  Le frasi di Berlusconi vengono messe in onda su Rai1 senza contraddittorio, con il conduttore Bruno Vespa in silenzio. Rotto solo alla fine dello show del Cavaliere, con il conduttore che se la cava dicendo: “Diamo atto anche a Zelensky di essere una persona perbene”. Berlusconi non replica, aspetta la domanda successiva. Alla faccia del contraddittorio. Il giorno dopo ecco arrivare la precisazione del leader di Forza Italia. «Bastava vedere tutta l’intervista – e non solo una frase estrapolata, sintetica per motivi di tempo, come si sa la semplificazione a volte è errata – per capire quale sia il mio pensiero, che peraltro è noto da tempo», dice Berlusconi. «Riferivo quello che alcuni raccontano senza nessuna adesione del mio pensiero a quel racconto. Forse sono stato frainteso facevo solo il ‘cronista’ riferendo il pensiero di altri», spiega. «L’aggressione all’Ucraina è ingiustificabile e inaccettabile, la posizione di Forza Italia chiara e netta: non potremo mai in nessun modo e per nessuna ragione rompere la nostra partecipazione all’Unione europea e all’Alleanza atlantica», ribadisce Berlusconi.

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Le reazioni tra il furente e l’imbarazzato

“Le parole di ieri a Porta a Porta di Silvio Berlusconi  sull’Ucraina sono ‘scandalose e gravissime’. Chiedo a Meloni se le condivide e se gli italiani le possono condividere”. Così il segretario del Pd Enrico Letta. Dure le reazioni da parte di tutti gli schieramenti opposti alle elezioni della prossima domenica, ma le parole del leader di Fi sono arrivate anche in Europa, con la Commissione europea che ha riferito, durante il briefing quotidiano con la stampa, di “non avere commenti” sulle parole di Berlusconi, sull’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Reazioni e accuse provenienti da tutti i fronti, tanto che Berlusconi si è trovato costretto a ritrattare le sue parole, cercando di mettere una pezza. 

Secondo Carlo Calenda le frasi di Berlusconi di ieri “ci hanno portato fuori da ogni alleanza atlantica”. “Sono parole eversive. Ha parlato come un generale di Putin, è una cosa di una gravità totale”. “È un’affermazione molto grave e personalmente una frase che mi dice due cose a partire dal fatto che feci bene a lasciare il partito, sono sempre più convinta che sia stata una cosa giusta” ha detto invece il ministro del Sud e della Coesione Mara Carfagna. Così anche i Radicali italiani: “Le parole pronunciate ieri da Silvio Berlusconi a Porta a Porta superano ogni affermazione detta in precedenza. Siamo di fronte a una vera e propria alleanza col nemico”. 

Persino i colleghi di coalizione di Berlusconi si sono trovati in difficoltà nel cercare di difendere il leader di Fi. Salvini stamane si è trincerato dietro un “no comment”. “Berlusconi dice che Putin è stato spinto a invadere l’Ucraina, voleva mettere persone perbene a Kiev? Non mi fate interpretare, io dico che faremo di tutto per fermare la guerra quando saremo al governo. Ma prima il giudizio su Putin era positivo da parte da tutti, ma ora giustificazioni per chi invade non ce ne sono” ha affermato il leader della Lega, non esponendosi. Ecco che allora Berlusconi la correzione di rotta tentata dal Cavaliere ondivago. A dargli man forte anche Tajani. “Bisogna ascoltare tutta l’intervista e non estrapolare una frase con la quale si sintetizzava un’analisi di quello che accadeva a Mosca, non quello che pensava Berlusconi. La posizione è molto chiara, non c’è possibilità di dibattito con la Federazione Russa, la Russia ha invaso l’Ucraina, la condanna è netta, totale, non può essere cambiata la posizione. Noi stiamo dalla parte della Nato, dell’Occidente, dell’Unione Europea e degli Stati Uniti” ha dichiarato il vicepresidente del Partito. 

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La gravità della portata delle affermazioni di Berlusconi è testimoniata dal fatto che a difenderlo è dovuto intervenire anche il Ppe. “La posizione del Ppe è inequivocabile: condanniamo la guerra di aggressione di Putin contro l’Ucraina. Staremo al fianco del popolo ucraino finché non vincerà la guerra. La posizione di Forza Italia è chiarissima: sostengono l’Ucraina nella lotta contro la guerra illegale russa”. È quanto si legge in un tweet del Partito popolare europeo, di cui fa parte anche Forza Italia. 

Annota Il Post: Le dichiarazioni di Berlusconi riflettono quella che è la versione ufficiale del governo russo, che ha sempre sostenuto che l’invasione fosse un modo per difendere la popolazione russofona delle repubbliche autoproclamate di Donetsk e Luhansk e per “denazificare” l’Ucraina, due argomenti che però sono sempre stati giudicati pretestuosi e basati su premesse false  dalla comunità internazionale.

La parole di Berlusconi non sorprendono più di tanto, dato che il leader di Forza Italia è stato per molti anni uno stretto alleato e amico personale di Putin e fino a pochi mesi fa aveva evitato di criticare l’invasione dell’Ucraina.

Il precedente

Scrive Silvia Stellacci su La Stampa del 2 settembre: “Parlando della Russia, volevamo dire il nostro dispiacere per quello che è avvenuto in Ucraina. È stata una decisione sbagliata, ma io so che Putin è stato forzato dal suo Paese, dalla sua gente e dai suoi uomini del partito comunista a intervenire per difendere le Repubbliche del Donbass dall’Ucraina di Eltsin”. Silvio Berlusconi non ce l’ha fatta, a restare a lungo lontano da Putin. A giugno aveva detto che il presidente russo non gli rispondeva più al telefono, e che la scelta di invadere l’Ucraina l’aveva «deluso». Ora il giudizio s’è fatto assai più sfumato, se non di nuovo amichevole, durante un collegamento con la sede regionale di Forza Italia a Padova. Non solo un goffo tentativo di giustificare le azioni del vecchio amico Putin, ma anche qualcosa che ha il sapore di una gaffe. Invece di pronunciare correttamente il nome del presidente ucraino, Volodymyr Zelenski, l’ex premier si confonde e pronuncia il nome di Boris Eltsin, presidente della Russia dal 1991 al 1999. Un errore, forse dovuto ai segni del tempo, che si affianca a una narrazione particolare di quanto accaduto in Ucraina. Dall’analisi di Berlusconi uscirebbe un’immagine di Vladimir Putin succube dei suoi sottoposti, che entra in contrasto anche solo con quanto affermato dallo stesso Cavaliere nel suo secondo video Tik Tok, in cui Putin è detto «l’uomo più potente dell’Oriente». Per non parlare del fatto che spiegare così l’invasione dell’Ucraina, come intervento per difendere il Donbass, somiglia pericolosamente alla narrazione del Cremlino dall’inizio della guerra. L’ex premier però non si ferma qui e parla anche delle conseguenze delle sanzioni imposte dall’Unione Europea. «Sono andate via dalla Russia tutte le nostre imprese occidentali e si sono creati migliaia e migliaia di disoccupati. Tutte queste cose hanno posto un termine alle relazioni amichevoli che la Russia intratteneva con la Romania, con la Polonia, con l’Ungheria, con l’Italia e con molti paesi europei. L’Europa si è vista costretta a stringersi attorno a questa decisione di resistere per l’Ucraina ad un’invasione russa che, secondo loro, doveva avere una durata di solo due settimane». Una costrizione, quindi, che non terrebbe conto della volontà dell’Occidente di aiutare il popolo ucraino a difendere la propria libertà e democrazia.Quasi in una specie di beffa incrociata, dalla Russia nelle stesse ore stava arrivando un secco diniego del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, alla domanda dei giornalisti se il leader russo avrebbe seguito l’esempio del suo amico Silvio Berlusconi arrivato ieri su Tik Tok, con una barzelletta che ha come protagonisti – oltre al Cavaliere e allo stesso Putin – Joe Biden e Papa Francesco. Peskov ha anche osservato che mantenere un account su un social network richiede tempo, che il presidente russo non ha e difficilmente Putin permetterebbe ad altre persone di gestire i suoi account”. Più chiaro di così…

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Conclusione. L’amico di Putin. La fan di Orban. Il Salvini furioso che chiede le dimissioni della presidente della Commissione europea. Questa potrebbe essere la triade che potrebbe governare l’Italia. C’è da tremare solo a pensarlo. 

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