Cile, Pinochet aleggia ancora su Santiago: bocciato il cambio della Costituzione
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Cile, Pinochet aleggia ancora su Santiago: bocciato il cambio della Costituzione

In Cile ha vinto il "rechazo" - il no al cambio della Costituzione: 62% contro il 38 dell'apruebo. Il testo, quindi, resta quello di Augusto Pinochet. Boric: "Ora una nuova costituente".

Cile, Pinochet aleggia ancora su Santiago: bocciato il cambio della Costituzione
I manifestanti pro "apruebo" a Santiago del Cile.
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5 Settembre 2022 - 15.46


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Il Cile è sotto shock, il referendum Costituzionale ha bocciato la nuova bozza che sarebbe dovuta subentrare al vecchio testo “militare” che vigeva sotto la dittatura di Augusto Pinochet.
Il voto obbligatorio ha portato alle urne la quasi totalità dei 15 milioni aventi diritto, che si sono espressi sulla bozza partorita dai 155 membri dell’Assemblea costituente. Nella notte, per le strade di Santiago si sono accese pesanti proteste da parte dei manifestanti.

Il Servizio elettorale (Servel) cileno ha confermato che sulla base dello scrutinio dei voti del 88,8% dei seggi, il no per la bozza di nuova Costituzione ha raccolto 6.944.426 suffragi (62,00%), mentre il sì si è fermato a quota 4.256.165 (38,00%).

La campagna per l’apruebo – il sì al cambio della Costituzione – è nata dalle clamorose proteste del 2019, che hanno portato in piazza centinaia di migliaia di cileni desiderosi di un nuovo testo dopo i decenni oscuri sotto Pinochet. Le foto della chiusura della campagna elettorale dell’apruebo, parlano da sole.

La chiusura della campagna elettorale per “apruebo” per le strade di Santiago del Cile.

Quindi perché questa sonora sconfitta? Innanzitutto i fondi privati che hanno investito nel rechazo – il no al cambio di Costituzione – che sentivano la propria posizione minacciata da una Carta che puntava a una simil nazionalizzazione delle industrie strategiche del paese, come quelle per l’estrazione di rame e litio.

Il risultato, oltre le più rosee previsioni, è stato celebrato dal Comitato del no come un “gesto di saggezza da parte dei cileni” e come “una sonora lezione per l’ala più radicale di sinistra e comunista” che ha sostenuto la nuova Costituzione.

Quale sarà il futuro del governo di Gabriel Boric? In realtà, il neo eletto presidente – ex capo del movimento studentesco –  sostiene che il processo costituzionale proseguirà e con tutta probabilità partorirà una nuova bozza, più smussata su alcune tematiche principali. 

Poco dopo la chiusura dei seggi, e quando ancora non erano stati diffusi risultati, il presidente Gabriel Boric, disponendo sicuramente di anticipazioni sul risultato avverso, ha inviato una lettera ai leader di tutti i partiti cileni, convocandoli per il pomeriggio di oggi alla Moneda.

In essa si spiegava che l’incontro doveva servire a “creare uno spazio di dialogo trasversale” e a definire in tempi brevissimi come portare avanti il processo costituente. Il capo dello Stato aveva ripetutamente dichiarato in passato che il suo programma di riforme sociali ed economiche era “perfettamente compatibile” anche con l’attuale Costituzione.

Se avesse vinto l’opzione apruebo, la nuova Costituzione sarebbe entrata in vigore nel giro di dieci-15 giorni, mentre ora l’unica certezza è che è il testo concepito durante la dittatura di Augusto Pinochet nel 1980, e più volte emendato, a restare vigente.

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