La Louisiana nega l'aborto ad una donna incinta malgrado una grave malformazione al feto
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La Louisiana nega l'aborto ad una donna incinta malgrado una grave malformazione al feto

Davis è venuta a conoscenza, tramite esami di routine alla decima settimana, che il feto che portava in grembo era senza scatola cranica. Nessuna possibilità di sopravvivenza se nascierà. Ma...

La Louisiana nega l'aborto ad una donna incinta malgrado una grave malformazione al feto
La Louisiana vieta l'aborto a Nancy Davis nonostante una malformazione al feto
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27 Agosto 2022 - 21.09


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 La deriva oscurantista e integralista della destra reazionaria americana a cui si ispira (oltre a Putin) la destra italiana.

La Louisiana nega l’aborto a una donna incinta nonostante una grave malformazione del feto. Il nuovo caso shock torna ad alimentare il dibattito negli Stati Unti sulle interruzioni di gravidanza dopo la decisione della Corte Suprema di capovolgere la Roe v. Wade, la storica sentenza del 1973 che legalizzò l’aborto.

Il caso di Nancy Davis in Louisiana mostra le difficoltà delle donne e dei medici nel nuovo contesto legislativo in molti casi confuso. Davis è venuta a conoscenza, tramite esami di routine alla decima settimana, che il feto che portava in grembo era senza scatola cranica. Scioccata dalla diagnosi – il feto può morire in grembo e in caso di nascita ha zero chance di sopravvivenza – ha chiesto al medico di poter abortire.

L’ospedale della Louisiana a cui si è rivolta però le ha risposto picche nel timore di violare la nuova legge sull’aborto in vigore nello Stato, che prevede fino a 15 anni di carcere e una multa fino a 200.000 dollari per chi pratica l’interruzione di gravidanza senza giusta causa. Per Davis è così iniziato un calvario: è stata respinta da vari dottori e alla fine ha gettato la spugna, accettando si recarsi nella vicina North Carolina per poter abortire.

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Una scelta dolorosa che la donna ha usato per chiedere alle autorità statali di intervenire per cercare di risparmiare ad altre le sue difficoltà. Quello che chiede è che si specifichi nel dettaglio quando è possibile, secondo la legge, procedere con l’aborto, includendo anche l’acrania, ovvero la rara malformazione che ha colpito il feto che porta in grembo. «Volevano farmi portare avanti la gestazione per poi seppellire il mio bambino. Immaginate cosa vuol dire continuare la gravidanza per altre sei settimane dopo questa diagnosi», ha detto la 36enne raccontando la sua attesa prima di ricevere una risposta da medici e ospedali del suo Stato. «Questo non è giusto per me e non dovrebbe accadere ad altre donne», ha aggiunto Davis, che la settimana prossima – grazie ai 30.000 dollari raccolti tramite una campagna GoFundMe – abortira’ in una clinica del North Carolina.

Le difficoltà di Davis confermano quella di molte donne che, nelle amministrazioni a guida repubblicana, si trovano a fare i conti con leggi molto restrittive sull’aborto che le costringono anche a scelte drastiche come il viaggio in altri Stati. Scelte che la California si impegna ad aiutare, preparandosi a spendere fino a 20 milioni di dollari per trasferire donne di altri Stati nelle sue cliniche per l’aborto.

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