Blinken e Lavrov tornano a parlarsi ma sulla guerra in Ucraina restano tutte le distanze
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Blinken e Lavrov tornano a parlarsi ma sulla guerra in Ucraina restano tutte le distanze

Gli Stati Uniti ribadiscono le linee rosse: il mondo e gli Stati Uniti per primi, non riconosceranno «mai» l'annessione dell'Ucraina.

Blinken e Lavrov tornano a parlarsi ma sulla guerra in Ucraina restano tutte le distanze
Lavrov e Blinken
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29 Luglio 2022 - 22.40


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Quella linea telefonica, rimasta muta per quasi sei mesi, è tornata a squillare: Washington e Mosca si sono parlate. Un primo segnale, anche se la conversazione tra il segretario di stato americano Antony Blinken e il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov non è stata certo facile. Gli Usa hanno fatto pressioni sul governo di Putin affinché il Cremlino accetti la proposta dell’amministrazione Biden per il rilascio dei cittadini americani detenuti in Russia. Ribadendo le linee rosse: il mondo e gli Stati Uniti per primi, non riconosceranno «mai» l’annessione dell’Ucraina.

Altrettanto ferma la posizione di Lavrov che ha sottolineato, pur parlando della necessità di una normalizzazione nei rapporti con Washington, che Mosca in Ucraina intende ottenere i suoi obiettivi: `Li raggiungeremo con l’operazione speciale´.

«Abbiamo avuto una conversazione franca e diretta e ho fatto pressione sul Cremlino affinché accetti la proposta sostanziale che abbiamo presentato», ha detto Blinken parlando con un gruppo ristretto di giornalisti che non ha tuttavia esplicitato quale sia stata la risposta di Lavrov. Certo è che adesso la palla è passata nel campo di Mosca, che dovrà a questo punto fornire una risposta. Il piano, presentato da diverse settimane ma reso noto soltanto tre giorni fa dal dipartimento di stato forse proprio nel tentativo di stanare il Cremlino, non è stato rivelato nel dettaglio. Ma si presume preveda lo scambio dei due cittadini americani detenuti a Mosca – la campionessa di basket Brittney Griner e l’ex marine Paul Wheelan – con altrettanti prigionieri russi negli Usa, come già avvenuto per Trevor Reed. Nella lista di nomi presentata da Washington ci sarebbe anche il famigerato `mercante di morte´ Viktor Bout, condannato a 25 anni nel 2012 dopo una travagliata estradizione dalla Thailandia.

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Ex ufficiale dell’aeronautica sovietica e forse anche ex agente del Kgb (ma lui nega), dopo il crollo dell’Urss il il trafficante di armi ha messo in piedi una flotta di aerei che riforniva mezzo mondo. Se fosse confermato, lo scambio con un criminale di questo livello imbarazzerebbe non poco l’amministrazione Biden, già sotto pressione perché accusata di non essere abbastanza impegnata sul rilascio di americani detenuti ingiustamente all’estero.

Blinken ha inoltre messo in chiaro con Lavrov che il mondo «non riconoscerà mai» un’eventuale annessione minacciando nuove sanzioni e «altri costi». Il ministro degli Esteri russo da parte sua ha risposto che «gli obiettivi dell’operazione militare speciale russa in Ucraina saranno raggiunti» sostenendo che i militari di Mosca «osservano rigorosamente il diritto internazionale». Blinken ha anche premuto sul collega affinché la Russia onori l’accordo sul grano raggiunto grazie alla mediazione della Turchia e lasci partire le navi ucraine bloccate nei porti. Lavrov ha rimpallato le accuse sulla crisi alimentare, rinfacciando al segretario di stato americano che gli Usa non mantengono le promesse sulle esenzioni dalle sanzioni per le esportazioni di alimenti dalla Russia. «La situazione alimentare «globale è complicata dalle sanzioni statunitensi», ha sottolineato Lavrov a Blinken. Non sarà facile, considerato anche che a poche ore dalla telefonata il segretario di stato americano ha annunciato nuove sanzioni Usa contro due individui e quattro entità russe accusate di aver sostenuto «le operazioni maligne del Cremlino per influenzare e interferire nel processo democratico ed elettorale» negli Stati Uniti e in altri Paesi, tra i quali l’Ucraina.

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La telefonata con Lavrov non è l’inizio di un «negoziato» sull’Ucraina, aveva detto Blinken nell’annunciare la telefonata. E così è stato, ma in ogni caso la chiamata ha riaperto le linee di comunicazione tra Mosca e Washington.

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