Orban ricatta la Ue e il patriarca di Mosca Kirill viene escluso dalla lista delle sanzioni
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Orban ricatta la Ue e il patriarca di Mosca Kirill viene escluso dalla lista delle sanzioni

Il premier ungherese ha subordinato il ritiro del patriarca della Chiesa ortodossa russa Kirill dalla nuova lista di personalità sotto misure restrittive, gli altri 26 governi degli Stati dell'Unione hanno deciso di tirare la riga su quel nome.

Orban ricatta la Ue e il patriarca di Mosca Kirill viene escluso dalla lista delle sanzioni
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2 Giugno 2022 - 18.57


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Orban peggio di Salvini: ossia nella Ue un amico di Putin e della Russia che ostacola la reazione dell’Unione europea.

Sotto ricatto del premier ungherese Viktor Orban, che si è opposto al via libera al sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia ponendo come condizione per il suo assenso il ritiro del patriarca della Chiesa ortodossa russa Kirill dalla nuova lista di personalità sotto misure restrittive, gli altri 26 governi degli Stati dell’Unione hanno deciso di tirare la riga su quel nome.

Di conseguenza il via libera formale alla sesta serie di sanzioni è stata sbloccato: l’approvazione definitiva avverrà attraverso procedura scritta con scadenza domani alle 9. Kirill sostiene apertamente Putin: a proposito dell’invasione russa dell’Ucraina dichiarò che `la Russia non ha mai attaccato nessuno. E´ sorprendente che un Paese grande e potente non abbia mai attaccato nessuno, abbia solo difeso i propri confini’. 

La decisione dei 27 ambasciatori degli Stati è motivata con la volontà di preservare l’unita’ della Ue.

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Del sesto pacchetto di sanzioni fa parte il blocco delle importazioni di petrolio russo via mare dal 2023 con l’esclusione delle importazioni via oleodotto, della quale i beneficeranno essenzialmente Ungheria, Cechia, Slovacchia e Bulgaria. 

Al flusso di petrolio attraverso l’oleodotto Druzhba sono interessati anche Polonia e Germania, ma alla fine, dopo forti pressioni della maggior parte degli altri Stati, in primo luogo di Italia e Francia, il premier Mazowiecki e il cancelliere Scholz si sono impegnati a non importare più petrolio russo via oleodotto entro la fine di quest’anno.

Tra le nuove sanzioni c’è l’esclusione dal sistema dei pagamenti Swift di altre tre banche russe e una bielorussa: fra le banche russe c’è il primo istituto di credito Sberbank, che rappresenta un terzo del totale degli asset bancari del paese. Poi c’è lo stop alle consulenze e ai servizi di auditing da parte di società europee a favore di clienti russi e la stretta sul commercio di 80 prodotti chimici che possono essere usati per produrre armi chimiche.

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La richiesta ungherese di cancellare dalla lista delle personalità sanzionate il Patriarca Kirill è piombata ieri come un fulmine a cielo tutto sommato abbastanza sgombro di nuvole: solo martedi’ i Ventisette riuniti a Bruxelles avevano faticosamente composto il `puzzle´ della nuova serie di sanzioni con l’Ungheria che continuava a bloccarlo. Le sanzioni vanno decise all’unanimità, quindi un solo governo puo’ bloccare la decisione. In teoria, tutti gli altri possono procedere comunque, ma a quel punto salterebbe l’unita’ dell’Unione Europea trattandosi di 26 decisioni dei singoli Stati.

Orban aveva ottenuto molto: la deroga per poter disporre del flusso di petrolio russo via terra, un congruo flusso di finanziamenti europei per adattare gli impianti di raffinazione. Con l’Ungheria gli altri paesi dell’Europa centrale che si trovano nella stessa condizione: non hanno sbocco al mare e quindi non possono beneficiare delle importazioni via mare. 

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