Mosca conferma i propositi revanscisti: "Il Mar D'Azov è completamente sotto il controllo russo"
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Mosca conferma i propositi revanscisti: "Il Mar D'Azov è completamente sotto il controllo russo"

Lo ha detto un esponente del consiglio russo per l'amministrazione civile-militare di Zaporizhzhia, Vladimir Rogov

Mosca conferma i propositi revanscisti: "Il Mar D'Azov è completamente sotto il controllo russo"
La Russia vuole annettere i territori di Zaporizhzhia
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26 Maggio 2022 - 10.59


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Il genocidio è un pretesto. Ma verità è che siamo di fronte ad una guerra di espansione dettata dalle politiche nazionaliste, revansciste e imperiali del nuovo leader della destra internazionale Putin.

 Il Mar D’Azov è completamente sotto il controllo russo: lo riferisce l’agenzia russa Ria Novosti citando responsabili della Crimea e di Zaporizhzhia. «I porti delle regioni di Zaporizhzhia e di Kherson non saranno mai più ucraini», ha detto un esponente del consiglio russo per l’amministrazione civile-militare di Zaporizhzhia, Vladimir Rogov, riecheggiando le parole pronunciate nei giorni scorsi dal vicepremier della Crimea che dal 2014 è controllata dalla Russia, Georgy Muradov

«Sono sicuro che dopo la riunificazione delle nostre regioni con la Russia, il mar d’Azov sarà di nuovo, come era un tempo, esclusivamente un mare interno della Federazione russa», ha osservato Rogov. 

La distruzione del patrimonio della Crimea
 I russi «continuano a distruggere il patrimonio culturale in Crimea. A Yalta, la casa dell’architetto Mykola Krasnov è stato distrutto. E’ stato Krasnov a progettare la costruzione del Palazzo Livadia, la cattedrale del Santo Ringraziamento Principe Aleksandr Nevskij a Yalta, il Palazzo Dulbert a Mishor, il Palazzo Yusupov, il cinema Taras Shevchenko a Simferopol, la tenuta Kharaks, il Palazzo Gagarina a Utes, per un totale di 60 opere». L’edificio, «è sopravvissuto al terremoto del 1927, al bombardamento del 1941 ma è stato distrutto dai russi nel 2022».

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 Lo scrive la Commissaria dei Diritti Umani ucraina Lyudmyla Denisova sul suo canale Telegram, sottolineando che «la distruzione del patrimonio culturale della Crimea è una violazione degli articoli 4 e 5 della Convenzione dell’Aia per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato, che richiede alla potenza occupante di rispettare, proteggere e preservare i beni culturali nel territori occupati».

«Faccio appello alla Commissione delle Nazioni Unite perché nelle indagini sulle violazioni dei diritti delle persone durante l’invasione militare russa dell’Ucraina si tenga conto di questi crimini e violazioni».

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