Sull’estradizione di Julian Assange negli Usa dovrà decidere la ministra degli Interni britannica Priti Patel. E’ questa la decisione del giudice Paul Goldspring della Westminister Magistrate Court, nell’ultima udienza con il fondatore di Wikileaks.
L’ordine di estradizione deve ora essere firmato da Patel, dopo di che Assange potrà tentare di contestare la decisione e appellarsi alla sentenza di estradizione, per evitare di essere sottoposto a un processo per la pubblicazione di file segreti relativi alle guerre in Iraq e Afghanistan.
Assange, 50 anni, è ricercato negli Stati Uniti con 18 accuse penali, tra cui la violazione di una legge sullo spionaggio, dopo che WikiLeaks ha pubblicato migliaia di file segreti degli Stati Uniti nel 2010. Lui ha sempre negato qualsiasi atto illecito. Visibilmente dimagrito, Assange è in un carcere del sud-est di Londra dal 2019, dopo esser rimasto per sette anni nell’ambasciata dell’Ecuador.
La difesa di Assange ha già annunciato che presenterà ricorso entro i termini stabiliti, che termineranno il 18 maggio. Il 14 marzo la Corte Suprema, massimo organo giudiziario del Regno Unito, aveva dato il via libera all’estradizione respingendo il suo ricorso volto a impedirla e aveva incaricato Goldspring di emettere l’ordinanza. Ora la palla passa al governo.