Oligarchi russi chi sono e cosa pensano della guerra in Ucraina?
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Oligarchi russi chi sono e cosa pensano della guerra in Ucraina?

I ricchissimi oligarchi russi nei primi anni 2000 hanno stretto un accordo con Putin: potevano mantenere le loro enormi ricchezze a patto di appoggiare il Governo. Ma le sanzioni dovute alla guerra in Ucraina li stanno colpendo personalmente

Oligarchi russi chi sono e cosa pensano della guerra in Ucraina?
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18 Marzo 2022 - 21.20


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Chi sono gli oligarchi russi di cui tantissimo si sente parlare in questi giorni di guerra in Ucraina? E perché molti di loro sono colpiti dalle sanzioni internazionali alla Russia in maniera così specifica? 

La parola ‘oligarca’ viene dalla parola greca ‘oligarchia’, ossia ‘governo dei pochi’. L’oligarca è qualcuno che ha accentrato nelle sue mani moltissimo potere e fa parte di una cerchia molto ristretta di persone potenti e ricche come lui. 

Gli oligarchi russi hanno accumulato ingenti ricchezze nel periodo della privatizzazione russa, avvenuta in seguito al crollo dell’Urss. Il fallimento dello stato sovietico rese molto opaca la proprietà di diversi beni statali, che consentì agli oligarchi di prenderne possesso, in modi anche poco chiari. 

Tra i nomi degli oligarchi si contano anche personalità molto famose, come l’ex presidente russo Gorbachev, considerato uno degli oligarchi ‘moderni’. Grazie alle sue riforme, gli oligarchi sono stati in grado di accumulare ricchezze, perché la coesistenza di prezzi regolamentati e quasi di mercato ha creato enormi opportunità di arbitraggio. 

Nell’era di Putin, gli oligarchi più famosi sono Roman Abramovich, Alexander Abramov, Oleg Deripaska, Mikhail Prokhorov, Alisher Usmanov, German Khan, Viktor Vekselberg, Leonid Mikhelson, Vagit Alekperov, Mikhail Fridman, Vladimir Potanin, Pyotr Aven e Vitaly Malkin .

Tra il 2000 e il 2004 Putin strinse un accordo con gli oligarchi, che permise loro  di mantenere i loro poteri, in cambio del loro esplicito sostegno e dell’allineamento con il governo di Putin. Sono moltissimi i ‘nuovi’ oligarchi divenuti tali grazie ai loro rapporti con Putin: tra questi, l’amico di infanzia di Putin e insegnante di judo Arkady Rotenberg. 

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Gli oligarchi sono spesso accusati sulla scena internazionale di essere al centro di numerosi traffici internazionali, oltre che di evasione fiscale e corruzione politica. 

Le reazioni degli oligarchi alla guerra in Ucraina 

A differenza di quanto si possa credere, non tutti gli oligarchi sono favorevoli alla guerra scatenata da Putin in Ucraina. Si stima che le sanzioni internazionali abbiano fatto perdere fino a 128 miliardi di dollari ai ricchissimi oligarchi russi e tra loro comincia a esserci qualcuno che avanza – timidamente – dei dubbi sulla guerra in Ucraina. 

I più famosi oligarchi 

Roman Abramovich iniziò a fare fortuna nell’imprenditoria a fine anni ’80, con aziende di import/export. Forbes lo pone al 113esimo posto della classifica degli uomini più ricchi al mondo. Dal 2003 è proprietario della squadra di calcio inglese del Chelsea, anche se ne ha lasciato la gestione (ma ne rimane il proprietario) dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. 

Mikhail Fridman ha creato e controlla Alpha Bank, la più grande banca privata russa, ed è tra gli ultimi a essersi arricchito con le privatizzazioni di fine millennio. È stato il primo oligarca russo a criticare il conflitto, dopo le sanzioni contro gli oligarchi con una significativa presenza nei Paesi occidentali. 

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Oleg Deripaska è il fondatore di Basic Element, uno dei più grandi gruppi industriali della Russia. “Re” dell’acciaio, possiede energia, metalmeccanica e aeroporti. Nel 2008 il suo patrimonio era di 28 miliardi. Ora, secondo Forbes, è sceso a circa 3. 

Gennady Timchenko specializzato in investimenti in asset energetici, trasporti e infrastrutture. Il suo patrimonio stimato è di quasi 20 miliardi. Timchenko è già stato colpito dalle sanzioni internazionali dopo la guerra in Crimea del 2014. 

Yuri Kovalchuk, il ‘banchiere’ di Putin. Tra gli oligarchi più vicini al presidente russo. Possiede molti mezzi d’informazione del Paese. Nel 2008 Forbes lo inseriva tra i 100 uomini più ricchi della Russia, ma dopo le sanzioni imposte a Kovalchuk nel 2014 il suo patrimonio si è notevolmente ridotto. 

Viktor Vekselberg,proprietario e presidente della Renova Group, conglomerata che si occupa di materie prime, energia e telecomunicazioni. Molto vicino al Cremlino, Vekselberg sta sovraintendendo i progetti per modernizzare l’economia russa. Nel 2018 è finito nella “black list” Usa contro cui sono state imposte sanzioni.

Mikhail Prokhorov si è arricchito nel settore finanziario, è il 193° uomo più ricco del mondo. È presidente di Polyus Gold e del gruppo Pnexim e controlla la maggior parte della produzione di minerali preziosi nel Paese. Prochorov è stato anche proprietario dei Brooklyn Nets della Nba fino a settembre 2019. 

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Alisher Usmanov èproprietario del quotidiano Kommersant, del secondo operatore di telefonia mobile del Paese e della più grande grande società internet del mondo russofono. Già azionista di maggioranza di Metalloinvest, conglomerato industriale, è il direttore generale di Gazprom Invest. Dal 2019 il suo gruppo è lo sponsor dell’Everton Football Club.

Mikhail Khodorkovsky, uno dei pochi oligarchi ad essersi opposto al governo di Putin. Nel 2003 era l’uomo più ricco della Russia, con un patrimonio stimato di 15 miliardi. Negli anni ’90 si impadronì delle principali aziende del Paese, specialmente quelle nel campo dell’estrazione delle materie prime, come la Yukos Oil. Feroce oppositore di Putin, nel 2003 venne arrestato per frode fiscale e scontò dieci anni di carcere. Rilasciato nel 2013, Khodorkovsky lasciò la Russia in esilio. Attualmente vive a Londra.

Boris Berezovskij invece faceva parte della cerchia di oligarchi che approfittò dell’ondata di privatizzazioni dell’era Eltsin negli anni ’90. Dopo aver sostenuto economicamente la campagna che portò all’elezione di Putin nel 2000, Berezovskij ne diventò oppositore. Accusato di frode ed evasione fiscale, lasciò la Russia per la Gran Bretagna. Fu trovato morto suicida nel 2013 a 67 anni

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