Oligarchi russi contro Putin: ma non possono dirlo in pubblico
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Oligarchi russi contro Putin: ma non possono dirlo in pubblico

Ville e Yacht sequestrati o congelati, affari, società, aziende. Tutto a rischio mentre il rublo non vale nulla e le transazioni finanziarie sono  quasi azzerate. E poi ci sono le mogli degli oligarchi che...

Oligarchi russi contro Putin: ma non possono dirlo in pubblico
Sequestro dei beni degli oligarchi russi
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13 Marzo 2022 - 15.22


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Gli oligarchi russi sono contro Putin. O meglio: sono contro la guerra di Putin per le conseguenze economiche che sta provocando.

Ville e Yacht sequestrati o congelati, affari, società, aziende. Tutto a rischio mentre il rublo non vale nulla e le transazioni finanziarie sono  quasi azzerate. E poi ci sono le mogli degli oligarchi che temono di passare dalla bella vita a una vita molto meno sfarzosa.

Tra le mogli degli oligarchi russi colpite dalle sanzioni c’è Marina Mordashova, moglie di Alexei Mordashov, il più ricco di tutta la Russia essendo il presidente di Severstal’ (gruppo siderurgico, uno dei principali al mondo) nonché comproprietario di Rossiya Bank. Marina Mordashova, la sua tera moglie, è un ex modella: le è stato sequestrato uno yacht dal valore, si stima, di 65 milioni di euro.

Irina Viner è un ex ginnasta, ma è soprattutto la moglie di Alisher Usmanov, ex azionista dell’Arsenal e attuale sponsor dell’Everton con la sua USM, azienda internazionale diversificata. La loro Beechwood House, nei sobborghi di Londra, era stata acquistata dallo sceicco del Qatar Hamad bin Khalifa per 48 milioni di sterline: Usmanov voleva venderla prima delle sanzioni, ma non ci è riuscito.

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Svetlana Abramov è la moglie di Alexander Abramov, presidente di Evraz, azienda leader mondiale nell’acciaio. Le sanzioni hanno colpito il loro yacht Titan. Valore: 100 milioni di dollari. È stato sequestrato.

Marina Mordashova è stata colpita dalle sanzioni, vedendosi sequestrato uno yacht. Ma, secondo Bloomberg, il marito, Alexei Mordashov avrebbe fatto in tempo a trasferire alla compagna il controllo di una partecipazione di 1,1 miliardi di dollari in una compagnia mineraria. Il tutto lo scorso lunedì, 28 febbraio. La donna, secondo i documenti diffusi dall’agenzia, deterrebbe ora tra il 50 e il 75% dei diritti di voto in Nordgold. Il marito, secondo Forbes, si sarebbe dimesso martedì 1° marzo.

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