Ucraina, Cocco, italiano a Lugansk accusato di essere mercenario di Putin: "Non combatto, prego per la pace"
Top

Ucraina, Cocco, italiano a Lugansk accusato di essere mercenario di Putin: "Non combatto, prego per la pace"

Riccardo Cocco, romano vive a Lugansk, viene considerato al soldo di Putin: "Non combatto, non ho mai combattuto e non mi interessa. Mi stanno rovinando la vita per niente"

Ucraina, Cocco, italiano a Lugansk accusato di essere mercenario di Putin: "Non combatto, prego per la pace"
Preroll

globalist Modifica articolo

11 Marzo 2022 - 15.34


ATF

Riccardo Cocco, viene considerato al soldo di Putin, ed è nel mirino dei servizi. L’italiano è chiamato la primula ‘nera’ della guerra tra Russia e Ucraina: Alla base di tutto due video datati 23 febbraio e 6 marzo 2022, uno striscione appeso al Colosseo sull’urgenza di riconoscere il Donbass e una presunta militanza nelle fila di Forza Nuova, del cui candidato Alfredo Iorio Cocco ha appoggiato la nomina a sindaco nelle elezioni del 2016. “Ma quale combattente? Mercenario poi… Non ho mai fatto la guerra, figuriamoci, io prego per la pace. Vivo a Lugansk dal 2018 e faccio azioni umanitarie, ho comprato una lavatrice a un orfanotrofio, uno dei tanti cui cerco di dare una mano, altro che fucili e bombe. Quando ho messo la mia faccia in azioni volte a sensibilizzare la popolazione su un conflitto che prima d’ora aveva avuto poca copertura mediatica, hanno messo su queste menzogne”.

Dipinto come un mercenario al soldo dell’esercito di Putin, risponde così alle domande dell’Adnkronos. “Sentite il silenzio, non è insolito per uno scenario da guerra?” alle 10 del mattino, al posto di un Ak-47, ‘sto imbracciando’ una tazza di caffè. “Magari vi avrò delusi – dice – ma vi sto parlando dalla mia cucina”. E aggiunge: “Mai nemmeno mezza giornata ho militato con Forza Nuova, e non sono nemmeno un ultras, tifo Inter e sono andato alle stadio pochissime volte. Mi hanno accusato di aver commesso un reato, di aver combattuto in altri paesi come mercenario. Su quali basi non si capisce. Non combatto, non ho mai combattuto e non mi interessa. Mi stanno rovinando la vita per niente. Hanno preso due video che ho fatto in cui sono vestito da civile, uno girato sul balcone di casa in camicia, l’altro per strada. In uno – spiega quando non era ancora scoppiata la guerra, parlavo di una azione al Colosseo (lo striscione, ndr), sostenendo che, secondo me, l’Italia doveva riconoscere le repubbliche del Donbass. Ed è naturale, visto che ci vivo. Nel secondo annuncio in russo che ci sarà una raccolta fondi dall’Italia per aiutare la popolazione da qui. Da questi video ci hanno creato un caso”.

Leggi anche:  Attacco terroristico a Crocus: il testo integrale del discorso di Putin ai russi

Ma che abbia appoggiato la candidatura di Iorio a sindaco di Roma è realtà, così come la frase nella maglietta che indossa in una foto profilo di Facebook, sulla quale c’é scritto ‘Siamo russi. Dio è con noi’. E sono storia i suoi post su Facebook in cui invitava gli europei a “svegliarsi”, che “in Occidente è calato il sipario”. “Sono qui da quattro anni per attività umanitarie – risponde – ho aiutato delle scuole vicino alla linea del fronte, spesso bombardate e ricostruite, ho aiutato tantissime volte gli orfanotrofi di cui la regione è piena, durante la pandemia ho donato guanti, mascherine, disinfettanti. Ho sempre fatto queste attività, poi è ovvio che stando qui, e affezionandomi al posto e alla verità, e vedendo che in Italia non c’era opportuna copertura mediatica, ho cercato di sensibilizzare su quanto stava avvenendo. Non in modo politico, perché non mi interessano la politica né le motivazioni del conflitto. Fossi stato al fronte, non avrei potuto né tornare così spesso in Italia come faccio, né rispondere al telefono nel silenzio di una abitazione. Per sostenermi, oltretutto, stavo per aprire una pizzeria italiana a Lugansk: era tutto pronto, poi è scoppiata la guerra”.

Leggi anche:  Il figlio di Anna Politkovskaja: "Occidente e Ue non riconoscano l'elezione di Putin a presidente della Russia"


Com’è la situazione lì? “In questo momento molto più tranquilla rispetto a due settimane fa. Ci sono stati molti attentati in città e i bombardamenti ucraini si erano intensificati. Per quattro anni ho visto la guerra, non la vedo da una settimana – ribadisce Cocco – Non mi interessa sapere chi ha ragione o chi torto, prego per la pace e spero che questo conflitto finisca al più presto. Ci speravo già quando nessuno ne parlava, perché questa città, questa popolazione, viene bombardata da otto anni, non dal 24 febbraio scorso. Come prego adesso che questa escalation di violenza finisca, lo facevo anche quattro anni fa, quando mi sono trasferito qui. Prego per tutti e prego per la pace, ma non dimentichiamo che i civili del Donbass sono in questa situazione da tanti anni e non ho mai visto nulla. C’é gente che nemmeno sa cosa sia il Donbass”.

Native

Articoli correlati