Mons. Perego (Migrantes): "Forse questa guerra ci farà aprire il cuore per accogliere tutti i profughi"
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Mons. Perego (Migrantes): "Forse questa guerra ci farà aprire il cuore per accogliere tutti i profughi"

Il Presidente di Migrantes e arcivescovo di Ferrara-Comacchio parla della guerra e dell'accoglienza dei profughi

Mons. Perego (Migrantes): "Forse questa guerra ci farà aprire il cuore per accogliere tutti i profughi"
Monsigno Gian Carlo Perego
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9 Marzo 2022 - 18.15


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Monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes, ha scritto un editoriale sul numero di Famiglia Cristiana in edicola domani. “Forse questa guerra che viviamo da dentro e non alla finestra” scrive, “ci aiuterà ad aprire la mente e il cuore all’accoglienza di tutti i profughi, a spingere l’Europa a fare uno scatto di umanità e solidarietà, a ribadire il nostro ‘ripudio per la guerra’”. 

“L’esodo – osserva monsignor Perego – riguarda un grande Paese di 44 milioni di persone e potrà raggiungere e superare i 5 milioni di profughi che si aggiungono agli oltre 5 milioni di immigrati ucraini nel mondo. Abbiamo la guerra fuori casa, ai confini dell’Europa, e i profughi in casa: in Romania, in Polonia, in Ungheria e ora anche in Italia”. 

”E attraverso soprattutto il dolore delle migliaia di cosiddette ‘badanti’, che assistono i nostri bambini e i nostri anziani in casa, la parte più significativa degli oltre 250 mila ucraini presenti nelle nostre città e paesi, stiamo condividendo una guerra, la preghiera per la pace, il dolore per i morti, la preoccupazione per i familiari e stiamo accorgendoci, in Europa, che tutti i rifugiati e profughi hanno la stessa storia e chiedono a noi lo stesso dolore, la stessa preoccupazione, la stessa accoglienza”. 

“Dalle nostre città è salito subito il grido: accogliamoli”, puntualizza ancora monsignor Perego. “Abbiamo visto persone partire per l’Ucraina per accompagnare i familiari delle ‘badanti’ che assistevano la propria madre anziana; abbiamo ammirato la solidarietà che è cresciuta attorno alle 150 comunità ucraine di rito greco-cattolico, assistite da oltre 60 sacerdoti, in collaborazione con Migrantes: cibo, medicinali, generi per i bambini hanno riempito camion e tir che sono partiti per Leopoli. Le Caritas si sono attivate per raccogliere la disponibilità di appartamenti e per ampliare le accoglienze diffuse nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e nel Sistema di accoglienza e integrazione (Sai), in coordinamento con le prefetture, per costruire un filo diretto con le Caritas ucraine e la Caritas internazionale”. 

“Tutto questo”, conclude monsignor Perego, deve “aiutare ad aprire menti e cuori all’accoglienza dei profughi. Tutti”. 

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