All’orrore che stanno vivendo i cittadini ucraini, la cui vita è stata spazzata via dall’invasione russa, si aggiunge una situazione surreale: sono tantissimi gli ucraini che hanno parenti in Russia e questo ultimi, vittime della propaganda spietata di Putin che ha vietato per legge la diffusione di notizie su quanto sta avvenendo in Ucraina, semplicemente non credono alla guerra.
In Russia non viene mostrato nulla di quanto sta accadendo in Ucraina: la propaganda chiama l’invasione una ‘missione di pace’ per ‘denazificare l’Ucraina’. Non vengono mostrati i bombardamenti sui civili, non viene rilasciato il numero dei morti russi (che poi non sono esattamente russi, molti vengono da repubbliche e province russe). Chi manifesta per la pace viene arrestato (finora sono 12mila i russi arrestati, tra cui si contano persino bambini).
In questo contesto c’è ovviamente chi si fa convincere che non ci sia nessuna guerra in Ucraina e che le sanzioni dell’Occidente siano una dichiarazione di guerra alla Russia. E arrivano a non credere ai loro stessi figli o parenti che invece si trovano in Ucraina, sotto le bombe russe.
Il New York Times riporta oggi la storia di Misha, un ristoratore che vive in Ucraina. Ha raccontato che il padre, che vive in Russia, non solo non l’ha chiamato il giorno in cui è cominciata l’invasione, ma quando lo ha fatto (due giorni dopo) non credeva a una parola di quello che Misha stava raccontando e ha bollato il governo ucraino come ‘nazisti’.
“Ha iniziato a dirmi come stanno andando le cose nel mio paese. E ha cominciato a urlarmi contro, dicendo che in Ucraina erano tutti nazisti e non stavano succedendo le cose che riferivo”. Nemmeno i video e le immagini delle città bombardate lo hanno convinto: “Sono notizie false di siti inattendibili”, la risposta lapidaria.
“Credono che tutto sia calmo a Kiev, e che nessuno stia bombardando”, spiega Valentyna, che ha chiamato suo fratello in Russia per dirgli che si trovava in un rifugio antiaereo. Lui le ha risposto che i russi stanno solo colpendo edifici militari ‘e basta’. Mentre la sorella, il giorno successivo all’invasione, le ha augurato serenamente un ‘buon compleanno’. “Nessuno sta bombardando Kiev e dovresti davvero aver paura dei nazisti, contro i quali tuo padre ha combattuto – le ha detto – I tuoi figli rimarranno vivi e in salute. Amiamo il popolo ucraino, ma devi pensare bene a chi hai eletto presidente”.