Una storia che dimostra quanto sia difficile la vita per chi osa criticare i boiardi al potere a Minsk.
La velocista bielorussa Kristina Timanowskaja vive ancora sotto minacce. Sono passati più di tre mesi da quando, terminati i Giochi di Tokyo s’è rifugiata in Polonia per aver criticato il regime di Lukashenko. “Ho paura. E continuo a ricevere minacce, anche su Instagram. ‘Ti spezzeremo braccia e gambe’, mi scrivono”, ha detto l’atleta alla rivista Stern.
Durante le Olimpiadi in Giappone, Timanovskaya aveva detto pubblicamente di essere stata messa sotto pressione dal suo allenatore e dal vicecapo del centro di allenamento nazionale.
Avrebbe dovuto volare a casa contro la sua volontà prima della sua gara di 200 metri dopo aver criticato pubblicamente il suo allenatore.
Temendo conseguenze al rientro in patria si è rivolta alla polizia e alla fine ha trovato aiuto presso l’ambasciata polacca.
La decisione “ha completamente scosso la sua vita”: “Ma rifarei la stessa cosa oggi. Se fossi tornata in Bielorussia, mi avrebbero portato in una clinica psichiatrica. Era tutto pronto”.
Anche suo marito, l’atleta Arseniy Sdanewitsch, è riuscito a fuggire. La coppia ora vive in esilio a Varsavia, con rigorose misure di sicurezza.