Il fratello di Massoud: "Il Panjshir non è del tutto sotto controllo talebano ma la gente fugge"
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Il fratello di Massoud: "Il Panjshir non è del tutto sotto controllo talebano ma la gente fugge"

Ahmed Wali Massoud: "Non c'è ancora un controllo completo dell'area geografiche che chiamiamo Panshir ma..."

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11 Settembre 2021 - 18.51


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Parole di speranza: “Non c’è ancora un controllo completo dell’area geografiche che chiamiamo Panshir. Ma dopo vari attacchi è cambiata tutta quanta la scena, nel senso che in questo momento sotto attacco non è solamente il Panshir che comprende tante altre vallate. Ci sono tante organizzazioni terroristiche e i talebani che vorrebbero entrare in tante lunghe e aspre vallate del Panshir”.

Lo ha detto Ahmed Wali Massoud nel corso dello speciale di Sky Tg24 ”11 Settembre. 20 anni che valgono un secolo”.

Il presidente della Ahmad Shah Massoud Foundation, e fratello del leone del Panjshir, il leggendario capo dei mujaheddin, ha aggiunto: “La popolazione è sempre stata con la resistenza e contemporaneamente la popolazione dei villaggi principali è forzata ad emigrare”.
I talebani sono terroristi
“Nonostante la loro posizione attuale non riescono assolutamente a gestire neanche i servizi di base e ad essere tutti uniti. Basti pensare a tutti i membri dei talebani, ma questo lo sapevamo da mesi e da anni, sono dei propri e veri criminali. Alcuni si occupano del traffico dei narcotici e sono tutto tranne che dei governanti. Per loro governare è assolutamente impossibile’’, ha proseguito Ahmed Wali Massoud.
“Questo è terrorismo puro – ha ribadito – Non sono persone con le quali si parla di pace e né che pronunciano la parola pace nel senso che diamo noi alla parola. Chi si fida di queste persone fa un errore enorme. Sono comunque con i terroristi, fanno parte della rete di terrorismo non solamente locale ma anche mondiale. E’ veramente una grande rete che non è solamente afghana. A mio avviso se ci si fida di loro si fa un grande errore. Hanno veramente spaventato le persone, a livello di comunità locale, regionale, nazionale. Ma ripeto: è ormai un discorso anche globale. Basta pensare a cosa è accaduto nelle ultime tre, quattro settimane nel corso delle quali hanno spaventato le persone. E ormai – ha concluso – sono centinaia di migliaia le persone che manifestano in strada e che cercano di scappare dall’Afghanistan. Pensate a quanti autori, scrittori e politici si stanno nascondendo e aspettano l’opportunità di andare via per poter esprimersi e parlare”.

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