Lo Sinn Fein chiede scusa per l'assassinio di Lord Mountbatten
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Lo Sinn Fein chiede scusa per l'assassinio di Lord Mountbatten

Le scuse giungono all’indomani dei funerali del Principe Filippo, nipote di Lord Mountbatten. Mary Lou McDonald, presidente dello Sinn Fein, si è scusata per l'attentato "straziante"

Lord Mountbatten
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19 Aprile 2021 - 11.07


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Mary Lou McDonald, la presidente dello Sinn Fein ha chiesto scusa per l’omicidio di Lord Mountbatten, che ha definito straziante, per mano dell’Ira: e sono le prime scuse così esplicite da parte di una leader del partito che è stato a lungo la vetrina politica del gruppo paramilitare nordirlandese.
Le scuse sono arrivate all’indomani delle esequie del principe Filippo, che era il nipote di Lord Mountbatten.

Lord Mountbatten, l’ultimo viceré dell’India, che era molto vicino al principe e a suo figlio Carlo, fu assassinato nel pieno del conflitto in Nord Irlanda tra repubblicani e unionisti: l’Ira fece saltare in aria il suo peschereccio nel villaggio di Mullaghmore, nella contea di Sligo, mentre era in vacanza nella sua residenza estiva, Classiebawn Castle.

“Certo che mi dispiace quel che è successo. Fu straziante”, ha detto Mary Lou McDonald, intervistata su Times Radio. Prima di lei, Gerry Adams, che ha guidato il Sinn Fein fino al 2018, si era sempre ben guardato dal dirsi dispiaciuto: aveva espresso rammarico ma aveva insistito sul fatto che Lord Mountbatten “conosceva i pericoli” dello spingersi fino in Irlanda.

L’attentato

A bordo della  Shadow V, distrutta dall’attentato del’Ira, c’erano lui, i due figli gemelli della figlia di Louis, Patricia, suo marito John Knatchbull e la madre di quest’ultimo, una signora di poco più di ottant’anni. A completare l’equipaggio un ragazzo del luogo che svolge funzioni di marinaio e mozzo a bordo, Paul Maxwell.
Oltre a Lord Mountbatten, sul colpo morirono anche suo nipote Nicholas e il giovane mozzo di bordo. Il giorno seguente per le ferite riportate decede anche l’anziana Baronessa Brabourne.

L’esplosivo, oltre venti chili, era stato piazzato la notte prima da un commando della Provisional Irish Republican Army. Nello stesso giorno l’Ira rivendicò “l’esecuzione” e a Warrenpoint, nella contea di Down, fece esplodere due bombe, a distanza di circa mezz’ora l’una dall’altra, uccidendo diciotto soldati britannici. 

Carlo era quel giorno a pesca in Islanda. “Non c’era cosa per cui Carlo non consultasse Mountbatten – ha scritto il biografo Nicholas Davies – Scioccato e distrutto dal dolore, saputa la notizia, si allontanò in solitudine, per una passeggiata.
Un amico lo trovò seduto davanti a un fiordo, che singhiozzava come un bambino. Mai prima di allora aveva subito una perdita affettiva così grave.
Durante le esequie, pronunciò le seguenti parole: “Senza l’eroismo di persone come Lord Mountbatten, questo Paese e molti altri simili a questo potrebbero essere ancora oggi soggetti al potere straniero, privi della libertà che oggi ci sembra tanto scontata. Forse il modo in cui lui è morto servirà a renderci consapevoli delle vulnerabilità dei popoli civili che hanno scelto di vivere in democrazia, nei confronti di estremismi che nulla hanno di umano”.

 

 

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