Dodici ministri europei contro la repressione in Myanmar: "Fermate tutte le violenze"
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Dodici ministri europei contro la repressione in Myanmar: "Fermate tutte le violenze"

Dodici ministri della Difesa, tra cui quello italiano, hanno firmato una dichiarazione in cui sollecitano l'esercito birmano a fermare la repressione

Violenze in Myanmar
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28 Marzo 2021 - 08.58


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Ieri in Myanmar è stata una delle giornate più sanguinose dal Colpo di Stato da parte dell’esercito sui manifestanti.

I ministri della Difesa di 12 Nazioni hanno fermamente condannato la violenta repressione (che va avanti ormai da settimane) della giunta militare contro i manifestanti che chiedono il ripristino del governo civile del Myanmar, deposto lo scorso 1 febbraio.

Australia, Germania, Canada, Corea del Sud, Danimarca, Stati Uniti, Grecia, Italia, Giappone, Nuova Zelanda, Paesi Bassi e Regno Unito hanno firmato una dichiarazione in cui “sollecitano le forze armate birmane a fermare le violenze”. 

Ieri i militari hanno ucciso a colpi d’arma da fuoco oltre 100 persone, tra cui diversi bambini, in quello che èstato il giorno più sanguinoso dal colpo di Stato, un massacro coinciso con la festa delle forze armate.

Alla grande parata militare avvenuta nella capitale Naypyidaw hanno assistito le delegazioni diplomatiche di otto nazioni, tra cui Cina e Russia.

Immagini trasmesse dalla televisione mostrano il viceministro della Difesa russo, Alexander Fomin, tra il pubblico della parata, durante la quale il capo della giunta, il generale Min Aung Hlaing ha attaccato i manifestanti, definendoli “terroristi”, e ha promesso il ripristino della democrazia dopo nuove elezioni.

L’ambasciata Usa a Yangon ha invitato i cittadini americani a limitare i loro spostamenti dopo che, nella giornata di ieri, colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro un centro culturale statunitense.

“Un esercito professionale segue le regole di condotta internazionale e la sua responsabilità è proteggere – non colpire – il popolo che serve”, si legge nella nota congiunta dei dodici ministri della Difesa, “esortiamo le forze armate del Myanmar di lavorare per ripristinare il rispetto e la credibilità persa con le loro azioni di fronte al popolo birmano”.

 

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