Polonia e Ungheria ribadiscono la svolta autoritaria e rifiutano lo stato di diritto
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Polonia e Ungheria ribadiscono la svolta autoritaria e rifiutano lo stato di diritto

Per i primi ministri Viktor Orban e Mateusz Morawiecki, "servono modifiche sostanziali al meccanismo proposto...

Viktor Orban e Mateusz Morawiecki
Viktor Orban e Mateusz Morawiecki
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26 Novembre 2020 - 20.49


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Un vero oltraggio alla democrazia, un insulto a chi per lo Stato di diritto in Europa è morto durante la Resistenza e anche nelle Guerra Fredda. Le sovraniste Ungheria e Polonia, tanto amiche di Salvini e Meloni tengono il punto e, in vista del Consiglio Europeo del 10 e 11 dicembre, ribadiscono la loro contrarietà al meccanismo negoziato dalla presidenza tedesca del Consiglio Ue e dal Parlamento Europeo che lega l’utilizzo dei fondi Ue al rispetto dello Stato di diritto.
Per i primi ministri Viktor Orban e Mateusz Morawiecki, “servono modifiche sostanziali al meccanismo proposto”, si legge in una dichiarazione congiunta diffusa via social dal portavoce del governo magiaro Zoltan Kovacs, meccanismo che secondo loro “mina” lo Stato di diritto, “degradandolo a strumento politico”.
Per Morawiecki e Orban il Consiglio Europeo dovrebbe discutere se stabilire un nesso tra gli interessi finanziari dell’Ue e il rispetto dello Stato di diritto. In caso di decisione positiva, dovrebbe essere convocata una “conferenza intergovernativa” per “negoziare la necessaria modifica dei trattati”.

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