Cori dei tifosi del Milan sul Ponte Morandi, i parenti delle vittime: "Siete dei barbari"
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Cori dei tifosi del Milan sul Ponte Morandi, i parenti delle vittime: "Siete dei barbari"

I cori sono avvenuti durante Milano-Sampdoria. Egle Possetti, presidente del comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi: "Non sono tifosi, sono idioti"

Ponte Morandi
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8 Gennaio 2020 - 21.39


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Durante la partita di lunedì scorso Milan-Sampdoria, alcuni tifosi hanno sentito provenire dalla curva del Milan una serie di cori sul Ponte Morandi, che hanno indignato i tifosi. “Penso che queste persone che hanno lanciato questi cori non siano portati a riflettere sul peso delle parole e forse hanno della segatura al posto del cervello, ma devono essere fermati e qualcuno ha il potere di farlo, si deve agire per arginare una volta per tutte questa modalità di vivere gli eventi sportivi dove alcune persone si trasformano in barbari”. A scriverlo è Egle Possetti, presidente del comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi. 
“In Italia – scrive Possetti – nulla riesce ad andare nel verso giusto, ponti che crollano, gallerie che cadono a pezzi, degrado delle infrastrutture devastante e purtroppo un grande degrado culturale che ha delle enormi ricadute sulla nostra vita sociale, economica e politica. Lo sport dovrebbe essere qualcosa che unisce, che fa sorridere che crea svago che crea squadra e che con senso civico rispetta gli avversari con cui si ha l’onore di confrontarsi perché non si tratta di guerra, dovrebbe trattarsi di competizione sportiva appunto, come tifosi dobbiamo impiegare tutta l’energia, tutta la carica, tutta la nostra passione ma con classe”. “Purtroppo – prosegue la presidente del comitato – la classe non è acqua e come noto, durante la partita che si è disputata a San Siro fra e Milan e Sampdoria si è verificato un grave episodio. Sono stati lanciati cori contro la squadra ospite che hanno inneggiato trionfalmente alla ‘nostra’ tragedia”.
Possetti, che nel disastro del 14 agosto 2018 a Genova ha perso la sorella che si trovava in auto sul viadotto insieme al marito e ai due figli, sottolinea: “Come immaginerete, per chi come noi ha perso delle persone molto importanti sotto le macerie di quel maledetto Ponte Morandi sentire l’uso meschino di quella tragedia per un fine così stupido e banale è difficile da accettare”.
“Chiediamo alla Figc ed a tutti coloro che possono farlo – aggiunge – un intervento forte e determinato e chiediamo che nei nostri stadi si possa veramente vivere il calcio con tutta la forza e l’energia positiva che può far scaturire, senza utilizzare più la nostra disperazione per fini così demenziali. Dimostriamo che siamo un paese degno della nostra storia antica, tanti dei nostri avi illustri si stanno rivoltando nella tomba ed anche i nostri 43 cari”.
“Vorremmo poter scrivere – conclude – comunicati in cui manifestiamo positività per revoche di concessioni, per condanne esemplari, per gogna mediatica di chi gestisce penosamente la “cosa” pubblica ed invece dobbiamo scrivere per deplorare gesti di alcune persone che non sono neanche degne di essere chiamate tali. Tutti i veri sportivi li devono isolare perché sono anche la loro vergogna”.

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