Russia-Ucraina: c'è un fragile accordo, ma la pace è ancora lontana
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Russia-Ucraina: c'è un fragile accordo, ma la pace è ancora lontana

Putin e Zelensky si sono incontrati a Parigi in un meeting mediato da Macron e da Angela Merkel. Si sono raggiunti dei compromessi, ma siamo ancora lontani da una soluzione della crisi ucraina

Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin
Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin
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10 Dicembre 2019 - 10.08


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Dopo un incontro-fiume all’Eliseo durato otto ore e terminato solo a tarda notte, si è raggiunto un fragile accordo tra Russia e Ucraina sul conflitto nel Donbass, sebbene siano ancora molte le questioni su cui Mosca e Minsk non sono giunte a un compromesso: tra le vittorie diplomatiche conquistate dal meeting organizzato in Francia tra Putin e Zelensky con la mediazione di Macron e della Merkel c’è la liberazione entro fine anno di tutti i prigionieri e piena attuazione del cessate il fuoco previsto fin dagli accordi di Minsk nel 2015.
Comunque i rapporti tra i due paesi sono tutt’altro che distesi: Putin e Zelensky non si sono neanche stretti la mano in pubblico. Sono quasi sei anni che i separatisti filorussi in Ucraina stanno seminando guerra e morte nel Donbass, aiutati militarmente dalla Russia. Il numero delle vittime è stimato a 14.000 e Zelensky, eletto da poco (e al centro, tra l’altro, dello scandalo Ucrainagate che vede coinvolto Donald Trump) con la promessa proprio di fare qualsiasi cosa necessaria per riportare la pace nella regione, anche dialogare con Putin. 
Il suo lavoro per il momento sta dando i suoi frutti: oltre a questi accordi strappati ieri, a settembre sono stati liberati 70 prigionieri, 35 ucraini e 35 russi. Ora si parla della liberazione di 300 persone entro la fine dell’anno. 
Le questioni ancora in bilico riguardano il controllo della frontiera, lo scioglimento delle milizie, la concessione di uno status speciale di autonomia alle zone del Donbass ora controllate dai separatisti e le elezioni locali in queste aree.
La questione è delicata, specie su quest’ultimo punto. Molti a Kiev sono convinti che Zelensky stia concedendo troppo a Putin e che debba tenere fermo un punto: si parli di elezioni speciali nell’area del Donbass solo dopo che il governo centrale avrà ripreso controllo dell’area, strappandola ai separatisti. In 8000 sono scesi in piazza domenica scorsa proprio per dire “No alla Capitolazione”. 
Ma la Russia non sembra intenzionata a cedere il territorio del Donbass, dato che di fatto è sotto il suo controllo. Ma c’è la possibilità che si trovi un compromesso in cambio della cancellazioni delle sanzioni europee proprio per la crisi ucraina. 

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