La Catalogna scende in piazza un anno dopo il referendum per l'indipendenza
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La Catalogna scende in piazza un anno dopo il referendum per l'indipendenza

I catalani separatisti manifestano oggi nel primo anniversario del referendum non autorizzato sull'indipendenza della Catalogna, consultazione che ha tuffato la Spagna nella peggior crisi politica da decenni.

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1 Ottobre 2018 - 07.50


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Cortei, manifestazioni e blocchi stradali da parte dei separatisti catalani stanno segnando nelle principali città della regione l’anniversario del referendum indipendentista disconosciuto da Madrid. A Girona alcuni militanti hanno fatto irruzione nella sede locale della Generalitat, l’istituzione a capo della Catalogna riconosciuta da Madrid, con l’intenzione di strappare la bandiera spagnola. Manifestazioni sono in corso anche a Barcellona e in altre città della Catalogna.

“Non dobbiamo desistere dall’unico modo possibile per vivere in una piena democrazia: la Repubblica e il suo riconoscimento internazionale”: il leader separatista catalano in esilio in Belgio, Carles Puigdemont, ha diffuso via social un appello al popolo catalano a restare unito nel perseguire l’obiettivo di distaccarsi dalla Spagna nell’anniversario del referendum indipendentista disconosciuto da Madrid.

Nel gennaio 2016 il separatista Carles Puigdemont diventò presidente della Catalogna e annunciò un referendum per l’autodeterminazione il 1 ottobre 2017. La Corte costituzionale vietò il voto e man mano che la data si avvicinava la polizia arrestò funzionari e sequestrò materiale per il voto. Intanto, i catalani manifestavano. Nel giorno del referendum le forze di sicurezza intervennero sequestrando le urne delle schede in almeno 100 seggi: le immagini delle violenze che avvennero fecero il giorno del mondo.  L’affluenza fu del 43%, di cui il 90% si espresse a favore del divorzio da Madrid, secondo le autorità locali. Rajoy non riconobbe il voto e il re Filippo VI condannò il tentativo, sostenendo le autorità nazionali per “garantire l’ordine costituzionale”. I leader catalani, tuttavia, il 3 ottobre dichiararono l’indipendenza dalla Spagna. Madrid sospese l’autonomia regionale catalana, destituendo Puigdemont da presidente, dissolvendo il Parlamento e indicendo elezioni regionali per la fine dell’anno.

Il 21 dicembre, con tre candidati separatisti in carcere e altri cinque in autoesilio, tra cui Puigdemont in Belgio, i partiti indipendentisti vinsero di nuovo ottenendo la maggioranza assoluta. Non potendo Puigdemont giurare dall’estero, il nuovo presidente catalano diventò Quim Torra, aprendo così al ripristino dei poteri autonomi. 

Intanto, il 1 giugno 2018 Rajoy è stato destituito con un voto di sfiducia in Parlamento e sostituito dal socialista Pedro Sanchez, che sulla questione catalana ha usato toni più morbidi e quindi ridotto la tensione. L’11 settembre circa un milione di persone ha poi marciato a Barcellona a sostegno dell’indipendenza, nel ‘giorno nazionale’ catalano, mostrando che il campo separatista è ancora capace di mobilitarsi. 

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