La strage di Ghouta: 30 bambini uccisi dall'inizio dell'anno
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La strage di Ghouta: 30 bambini uccisi dall'inizio dell'anno

La denuncia dell'Unicef sull massacro alle porte di Damasco: continuano i bombardamenti tra la popolazione civile nel silenzio generale

Il piccolo Amir ucciso nell'assedio di Ghouta in Siria
Il piccolo Amir ucciso nell'assedio di Ghouta in Siria
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15 Gennaio 2018 - 16.43


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Si continua a morire. Ma chissà perché tanti pensano che con la sconfitta militare dello Stato Islamico la guerra sia terminata. Ma così non è: “Con l’inizio del nuovo anno, nel mondo, la maggior parte dei genitori sono pieni di speranza per il futuro dei propri figli; le madri e i padri in Siria, invece, sono in lutto per i bambini che hanno perso. È scioccante che nei primi 14 giorni dell’anno più di 30 bambini siano stati uccisi in un’escalation di violenza nella zona orientale di Ghouta, dove si stima che 200.000 bambini siano rimasti intrappolati sotto assedio dal 2013. A Idlib, nel nord-ovest del paese, si parla di gravi violenze avvenute nelle ultime settimane, a seguito delle quali sono rimasti uccisi e feriti decine di bambini e donne e sfollati circa 100.000 civili”. Lo denuncia Fran Equiza, Rappresentante Unicef in Siria.

“È vergognoso che, dopo quasi sette anni di conflitto – prosegue Equiza – continui una guerra contro i bambini mentre il mondo guarda. Milioni di bambini in tutta la Siria e nei paesi vicini hanno subito le conseguenze devastanti di livelli di violenza ininterrotti in diverse parti del paese”.
L’Unicef – denuncia ancora il rappresentante per la Siria – ha ricevuto informazioni dall’interno dell’area orientale di Ghouta: le persone si stanno rifugiando nel sottosuolo temendo per la loro vita. Un attacco particolarmente violento contro edifici residenziali sembra essere stato così forte da ferire 80 civili, tra cui bambini e donne. Il personale medico ha dovuto faticare per estrarre i sopravvissuti dalle macerie”.

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E ancora, prosegue la denuncia di Fran Equiza: “due strutture mediche sono state attaccate negli ultimi giorni a est di Ghouta, e la maggior parte dei centri sanitari hanno dovuto chiudere a causa della violenza. In alcune zone, le cliniche mobili di emergenza sono l’unico modo per le famiglie di ricevere assistenza e cure mediche. A Idlib, l’ospedale materno-infantile e pediatrico di Ma’arrat An Nu’man è stato attaccato tre volte, rendendolo non operativo, e almeno un paziente e due medici sono stati uccisi. Secondo quanto riferito, le scuole sono state chiuse all’interno e intorno a Ghouta est in un momento in cui i bambini di altri paesi siriani sono impegnati negli esami intermedi”.
“Mentre alla fine dell’anno scorso abbiamo visto un piccolo barlume di speranza con l’evacuazione di 17 bambini bisognosi di cure mediche urgenti – riferisce Equiza – l’intensificarsi della violenza all’interno e intorno a Ghouta est ha trasformato la speranza in disperazione per i restanti 120 bambini che continuano a soffrire in silenzio in attesa di un’evacuazione medica urgente”.

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“Dobbiamo essere in grado di raggiungere i bambini bisognosi di assistenza umanitaria, con urgenza e senza restrizioni, ovunque si trovino in Siria”, ammonisce. “Le varie parti coinvolte nel conflitto possono far sì che ciò avvenga, consentendo immediatamente agli operatori umanitari di raggiungerli con l’assistenza salvavita”.

“L’Unicef – assicura il rappresentante dell’agenzia Onu – continuerà a fornire assistenza umanitaria essenziale per la sopravvivenza e il benessere mentale dei bambini in tutta la Siria. Per i bambini più vulnerabili nelle aree assediate e difficili da raggiungere, possiamo e dobbiamo fare di più. Di che cosa ha bisogno il mondo per intraprendere un’azione collettiva per porre fine alla guerra contro i bambini in Siria? E chi combatte, quando si renderà conto che, uccidendo i bambini, sta uccidendo anche il futuro della Siria?”, conclude.

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