Guerra e immigrati: guai a chi sopravvive
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Guerra e immigrati: guai a chi sopravvive

Ci commuoviamo per il bimbo in valigia, il piccolo Aylan. Poi se riescono ad arrivare vivi trovano cattiveria e intolleranza

Un bambino in una valigia di alcuni profughi di Ghouta
Un bambino in una valigia di alcuni profughi di Ghouta
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Onofrio Dispenza Modifica articolo

17 Marzo 2018 - 17.11


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Il bambino nella valigia non ha ancora un nome. Ha attraversato le nostre indifferenze, strattonandole, ci ha consentito di scrivere le nostre commosse condoglianze in calce alla foto, ed è andato via, in attesa che compaia il viso di un altro bambino da condividere. Lui, pietosamente addormentato dal Cielo, adesso sarà arrivato dove il padre è riuscito ad arrivare, fuggendo da una strage oscena. Un nome l’avevano, invece, il bambino spiaggiato in Turchia, il piccolo Aylin, col viso affondato nella sabbia, come se stesse dormendo, pancino in giù, nella sua copertina, e il piccolo Omran di Aleppo. Il suo viso mascherato dalla polvere dei calcinacci e dal sangue sollevati dai bombardamenti, e quei capelli buffi, quasi impossibili, avevano spinto qualcuno a dubitare della stessa esistenza di quel bambino. Peraltro,”colpevole” d’essere sopravvissuto. 
 Ha fatto bene Gramellini a sottolineare come i volti di questi tre bambini siano diventati quasi icone dell’enorme scandalo del nostro tempo, con un muro di indifferenza e cattiveria, il nostro, fatto di pesanti mattoni per provare a schermarci dall’olocausto e dalla mattanza di profughi in fuga dalla guerra, e di chi fugge dalla fame.
Tre icone, tre schiaffi.
Questa la Storia, poi c’è una storia. L’ennesima storia scellerata, e oscena come tante altre che segnano il nostro cattivo quotidiano. Se le coscienze dei protagonisti di questa storia fossero attori e attrici, sarebbero protagonisti di un porno. Cos’altro c’è oltre l’osceno? La porno storia arriva da Novara dove amministratori leghisti hanno vietato la piscina comunale ad un corso di nuoto per otto richiedenti asilo. Al di là delle presunte ragioni avanzate – e che potrete ricostruire nella cronaca – resta l’urlo finale della querelle per bocca di uno dei leghisti protagonisti della porno storia: “Prima gli italiani!”.                 Perché quel corso? Per evitare che la prossima estate succeda quel che è accaduto l’estate scorsa, tre profughi annegati vuoi nel lago Maggiore, vuoi nel Ticino, vuoi in uno dei tanti canali che attraversano la campagna piemontese. 
Come voler dire che sono davvero presuntuosi questi profughi: prima hanno avuto l’ardine di sopravvivere alla guerra  paracadutata sul loro cielo, poi ce l’hanno fatta a uscirne vivi, a fuggire ed arrivare da noi. Con quella maledetta barca che non si è capovolta, annegandoli, ed ora vorrebbero pure imparare a nuotare qualora il destino si accanisse con loro e li facesse scivolare in acqua in un caldo pomeriggio d’estate. Questo è troppo, questa si chiama faccia tosta.

 

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