Charlie, la cura sperimentale non convince ma i genitori insistono: non è cieco
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Charlie, la cura sperimentale non convince ma i genitori insistono: non è cieco

L'ipotesi del neurologo statunitense Michio Hirano non ha fatto cambiare idee. Ora altri accertamenti e poi parola all'Alta Corte

Charlie Gard con i suoi genitori
Charlie Gard con i suoi genitori
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19 Luglio 2017 - 08.16


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Purtroppo man mano che passano i giorni sembra proprio che ci sia in atto una sorta di scontro tra disperazione – umanamente comprensibile – e scienza.
Ed è stato aperto un nuovo capitolo: il piccolo Charlie Gard non è cieco, come sostengono i medici britannici che credono sia giunta l’ora di staccare la spina delle macchine che tengono in vita il bimbo di 11 mesi. Con questa convinzione, i genitori, Connie Yates e Chris Gard, hanno pubblicato una fotografia scattata venerdì scorso, in cui Charlie ha gli occhi semiaperti, lo sguardo apparentemente diretto a un giocattolo.
Il Daily Mail ha pubblicato lo scatto e rivelato che l’incontro con il neurologo statunitense Michio Hirano e altri esperti, compreso uno del Bambino Gesù di Roma, non ha fatto per ora cambiare idea ai dottori della clinica pediatrica londinese Great Ormond Street Hospital.
La madre di Charlie ieri ha riferito che ci saranno ulteriori esami e verifiche cliniche per stabilire se il piccolo può essere sottoposto a una terapia sperimentale per la rarissima malattia genetica di cui soffre, la sindrome da deplezione del dna mitocondriale
La terapia proposta dal neurologo statunitense non è mai stata testata in precedenza, ma il luminare crede che valga comunque la pena di tentare. Alla fine della valutazione medica supplementare
ancora in corso, il caso con ogni probabilità tornerà all’Alta Corte per decidere se procedere con le cure proposte dagli Usa o se ‘staccare la spina’.

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