Debito, scontri e murales: la Grecia che non vuole essere svenduta
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Debito, scontri e murales: la Grecia che non vuole essere svenduta

L'artista Bleeps ha disegnato questo murales nel centro di Atene: ‘Bid! a few items left on sale’. Scontri nelle piazze mentre il debito è arrivato al 179% del Pil.

"Offerta! Restano ancora alcuni articoli in svendita!" Foto:  Louisa Gouliamaki/AFP/Getty Images
"Offerta! Restano ancora alcuni articoli in svendita!" Foto: Louisa Gouliamaki/AFP/Getty Images
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17 Maggio 2017 - 22.10


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“Offerta! Ancora alcuni articoli in svendita!”. Una donna ha in una mano il cartello con l’annuncio di ‘saldi’ e nell’altra falce e martello. Il murales dipinto dall’artista Bleeps nel centro di Atene è specchio e cura della grecia di oggi. Una Grecia ancora stretta nell’abbraccio mortale del debito con Bce e Fmi. Tanto che una nuova ondata di proteste sta cavalcando le piazze elleniche.

Gli scioperi hanno paralizzato la Grecia alla vigilia del voto in parlamento per nuove misure di austerità.

I controllori del traffico aereo hanno incrociato le braccia per quattro ore, mentre i traghetti sono rimasti ancorati nei porti per il secondo giorno e hanno annunciato di voler continuare la protesta fino a sabato. Le isole, che sono le destinazioni turistiche principali, sono tagliate fuori e migliaia di turisti in anticipo di stagione si trovano in difficoltà. Gli insegnanti, i medici e gli impiegati statali hanno aderito allo sciopero, chiudendo le scuole e gli ospedali trattando solo i pazienti in emergenza. Chiusi anche i musei, compresi siti dell’antica Grecia che attirano ogni anno milioni di visitatori.

Il traffico ad Atene è nel caos senza trasporti pubblici. Circa 15.000 persone hanno affollato le strade della capitale per esprimere la loro frustrazione alla serie di misure di austerità che hanno ridotto i redditi medi di un quarto. Un gruppo di anarchici ha lanciato alcune bombe carta sulla piazza principale di Syntagma ad Atene, ma sono stati messi in fuga dall’intervento della polizia.

Il debito della Grecia ha raggiunto i 315 miliardi di euro, ovvero il 179 per cento del Pil. E per accedere ai finanziamenti di Bce e Fmi, in cambio ha dovuto adottare una serie di misure di austerità. L’ultimo pacchetto che domani il parlamento è chiamato a votare il giovedì vale 4,9 miliardi di euro introducendo tagli alle pensioni e nuovi aumenti fiscali.

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