Alla Camera passa la linea Trump: via all'abolizione dell'Obamacare
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Alla Camera passa la linea Trump: via all'abolizione dell'Obamacare

Il provvedimento è passato per un voto. Adesso il testo passa al Senato dove la battaglia sarà ancora più aspra

Ok della Camera Usa all'abolizione dell'Obamacare
Ok della Camera Usa all'abolizione dell'Obamacare
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4 Maggio 2017 - 21.23


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Dopo molte false partenze – come ad esempio sul Muslim ban – adesso Donald Trump è riuscito a portare a casa la sua prima vittoria legislativa. Dopo una sconfitta imbarazzante, i repubblicani alla Camera americana hanno saputo raccogliere i 217 voti (uno in più del necessario) per approvare un disegno di legge volto ad abrogare e sostituire l’Obamacare.
Almeno per il momento, la riforma sanitaria voluta dall’ex presidente Barack Obama e approvata nel 2010 da un Congresso allora a maggioranza democratica resta la medesima. Il testo infatti deve passare al Senato, dove la battaglia sarà più intensa e dove verranno probabilmente chieste molte modifiche.
Comunque sia, quello odierno è un primo passo verso la realizzazione della promessa fatta in campagna elettorale dal presidente, cosa che non è riuscito a fare nei suoi primi 100 giorni in carica come sperava.
Il 24 marzo scorso ci aveva provato ma il cosiddetto “Ryancare” non fu nemmeno messo al voto perché non sarebbe mai passato; e infatti, ordinando di ritirare il ddl, Trump subì la sua prima debacle legislativa come pure il Gop, che controlla ambo le aule del Parlamento e che da sempre aveva garantito alla propria base elettorale che avrebbe fatto di tutto per eliminare quello che è ufficialmente chiamato Affordable Care Act.
Anche per Paul Ryan, lo speaker alla Camera, si tratta di un riscatto anche se restano ombre su di lui e sul partito della maggioranza in vista delle elezioni di metà mandato nel 2018: negli Stati di riferimento i legislatori devono fare i conti con elettori che temono cambiamenti in peggio. Per convincere gli indecisi a votare in favore, nel testo di legge è stato aggiunto un emendamento riguardante la questione forse più complicata: quella di persone che hanno “condizioni mediche pre-esistenti” e che con il piano del Gop rischiano di perdere la copertura sanitaria o di pagare di più per ricevere cure; per aiutarle a coprire i costi, il ddl stanzia 8 miliardi di dollari in cinque anni.
Gli esperti tuttavia temono che non bastino. Per altri, è un regalo alle compagnie assicurative. Come ha detto Chuck Schumer, leader democratico al Senato, “è come somministrare una medicina per la tosse a chi ha un cancro al quarto stadio”.
Ora i deputati possono andare in vacanza fino al prossimo 16 maggio, come previsto. Proprio in vista di questa pausa, hanno fanno di tutto per arrivare al voto oggi. E lo hanno fatto per altro senza nemmeno permettere all’organismo bipartisan Congressional Budget Office di calcolare quanto costerà la nuova legislazione e quante persone rischiano di perdere la copertura medica. Con la versione originale della riforma sanitaria targata Gop, ci sarebbero stati 14 milioni di non assicurati in più nel 2018.

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