Venezuela, spari al corteo contro i manifestanti dell’opposizione
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Venezuela, spari al corteo contro i manifestanti dell’opposizione

Prima i militanti filo-governativi hanno caricato poi hanno esploso colpi d'arma contro gli oppositori in marcia per chiedere la destituzione dei giudici della Corte Suprema

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4 Aprile 2017 - 22.01


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Gruppi armati di militanti filo-governativi, i cosiddetti “colectivos” hanno aperto il fuoco contro manifestanti oppositori per impedirgli di avanzare sulla autostrada Francisco Fajardo, una delle principali arterie della capitale venezuelana. “Ascoltate gli spari, raccogliete i bossoli, ecco cosa vuol dire vivere in dittatura!”, ha detto Lilian Tintori, moglie del leader oppositore Lepoldo Lopez in diretta tv.

Le forze dell’ordine avevano precedentemente impedito al corteo dell’opposizione, capeggiato dal presidente dell’Assemblea Nazionale, Julio Borges, di raggiungere la sede parlamentare, reprimendo la manifestazione con cariche, lacrimogeni e idranti.

“Il governo sta cercando di impedire che i deputati, legittimamente eletti dal popolo, possano raggiungere la sede dell’Assemblea, perché hanno paura di noi”, ha detto Borges alla stampa, a margine della protesta. Lo stesso Borges, così come l’ex candidato presidenziale oppositore Henrique Capriles e numerosi manifestanti sono stati malmenarti dalla polizia e colpiti con gas irritanti.

I leader dell’opposizione vogliono raggiungere la sede dell’Assemblea per celebrare una sessione nella quale intendono accusare di violazione della Costituzione i sette magistrati del Tribunale Supremo di Giustiza (Tsj), che hanno firmato la sentenza, poi ritirata, nella quale l’alta corta si attribuiva le competenze del Parlamento.

Leggi: Venezuela, svolta autoritaria di Maduro. Onu e Stati vicini: siamo preoccupati

La marcia organizzata dall’opposizione chiedeva la destituzione dei giudici, ma le autorità avevano chiuso strade e stazioni della metropolitana per impedire la protesta. I manifestanti appoggiavano la richiesta dei deputati dell’Assemblea nazionale di destituire i sette magistrati che il 30 marzo hanno esautorato il parlamento dei suoi poteri. La decisione della Corte è stata poi ritirata in seguito alle proteste internazionali e all’insperato intervento di Luisa Ortega Diaz, procuratore generale del Venezuela. Il parlamento, guidato dall’opposizione, aveva considerato l’accaduto come un tentativo di colpo di Stato ispirato dal presidente Nicolas Maduro.

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