Erdogan ha detto la verità. Ma una verità sgradita al nuovo amico Putin. Così Mosca ha chiesto un chiarimento: così il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov discuterà con l’omologo turco Mevlut Cavusoglu sui veri obiettivi dell’operazione militare di Ankara in Siria.
Stando a quanto riportato dal quotidiano turco Hurriyet, Erdogan ha detto di aver lanciato l’operazione Scudo dell’Eufrate per mettere fine al governo del presidente siriano Bashar al-Assad: “Non abbiamo mire sul territorio siriano…. siamo entrati per mettere fine al governo del tiranno Assad che terrorizza con il terrorismo di Stato. Non ci sono altri motivi per il nostro ingresso”. Il presidente turco ha quindi aggiunto che “stando alle mie stime, sono quasi un milione le persone morte in Siria” nel conflitto in corso dal marzo 2015.
Secondo Mosca le dichiarazioni di Erdogan sono in contrasto con tutti gli accordi, “innanzitutto le risoluzioni Onu 2254 e 2258, gli accordi e le decisioni del formato di Vienna e del formato di Losanna, e la Turchia è presente in tutti questi formati”.
Le forze armate turche hanno lanciato lo scorso agosto l’operazione Scudo dell’Eufrate a sostegno dei ribelli dell’Esercito libero siriano, sostenendo di combattere i jihadisti dello Stato islamico (Isis) e i combattenti curdi del Partito dell’Unità Democratica (Pyd), che Ankara considera dei terroristi legati al Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk).
Fino a qui a Putin andava tutto bene (a Mosca dei curdi interessa poco) ma appena Erdogan si è allargato su Assad c’è stato l’irrigidimento: chiarite oppure la Russia non sarà più “comprensiva” come lo è ultimamente.