Partono dal piccolo stato dell’Iowa la complessa macchina che si concluderà con la scelta dei candidati alla successione di Obama: Trump e Ilary Clinton sono avanti, ma non più come all’inizio. Nulla è infatti scontato e nuove candidature – come l’ex sindaco di N.Y Bloomberg potrebbero emergere dal cono d’ombra. Sarebbe interessante l’emergere anche negli Stati Uniti di posizioni lontane dai partiti storici, che si rivolgono ai cittadini elettori senza impalcature ideologiche e con notevole distanza dalle vecchie logiche di potere.
Un po’ come i seguaci di Grillo da noi, ma senza numerose fumisterie e contrapposizioni a tutto campo. Questo aspetto resta uno dei maggiori crucci del nostro segretario-presidente diviso a suo modo tra la ricerca di un ruolo di guida in Europa, il non semplice rapporto con la Germania e il presidente Junker oltre le stesse polemiche eccessive delle scorse settimane. Ma c’è in ballo l’urgenza più immediata della legge Cirinnà sulle cosiddette unioni civili che arriva in aula al Senato.
La determinazione di Renzi è sempre alta, stando almeno alle sue dichiarazioni, allo stesso modo però in cui restano evidenti le contrapposte posizioni espresse nelle piazze: quelle arcobaleno e quella del Circo Massimo di una settimana dopo. Singolare che il Parlamento sia stato messo in mora, in attesa che le piazze manifestassero i propri convincimenti peraltro ben noti. La materia delle unioni civili è in termini generali ben nota, come ben noti sono gli orientamenti dei manifestanti dell’una e dell’altra parte. Con il rinvio si è però data la sensazione di volere soppesare la consistenza dei due schieramenti, quasi si potesse scegliere sulla base dei numeri dei partecipanti. La politica e il Parlamento hanno finito per apparire in qualche modo volontariamente fuori gioco. Con mossa tattica efficace, appena di ritorno da Berlino per l’incontro con la Merkel , il presidente segretario ha annunciato già in conferenza stampa, che si sarebbe recato a omaggiare e celebrare Altiero Spinelli, grande apostolo e profeta dell’Europa federale, mentre era al confino fascista. Iniziativa nobile e significativa ma che anche serviva, nel migliore dei modi, ad occupare un bel po’ di Tg, con un tema così alto che avrebbe di sicuro contribuito a ridurre il clamore del family day dal quale appunto, anche in questo modo il presidente non si lasciava coinvolgere in alcun modo. Non sono mancati commenti divertiti dei colleghi più grandi che ricordavano l’espressione usata da Prodi” cattolici adulti”. Gli ex inesauribili democristiani alla Cirino Pomicino potevano fregiarsi di un nuovo titolo”cattolici distanti, cattolici altrove”.
Servirebbe meno ambiguità e piena capacità d’intervento della politica per esprimere l’ardua iniziativa di proporre una mediazione alta, che non si vede ancora all’orizzonte, ma forse non impossibile. Ma purtroppo sembrano prevalere la furbizia e il piccolo cabotaggio e non qualche disegno strategico e di prospettiva. La misura più evidente ci pare l’abbiano fornita il segretario presidente e il ministro Alfano.
L’abbondante infornata di ministri, viceministri e sottosegretari dell’ultimo consiglio a palazzo Chigi risulta soprattutto una soluzione di potere e scambio di reciproche convenienze. Di conseguenza non annuncia nulla di buono e ci piacerebbe essere smentiti dai fatti.
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