Nemo propheta in Serbia
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Nemo propheta in Serbia

Un professore serbo vince il premio più prestigioso per progetti ambientali ma gli unici non interessati sembrano i suoi connazionali, che approvano invece la Belgrado sull’acqua

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27 Gennaio 2016 - 09.06


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La natura non dovrà essere più solamente difesa, ma “messa al lavoro” per proteggere gli abitanti della Terra dai drammatici errori del passato: è questo il concetto che è parso rivoluzionario ai giudici del Business green technology awards, l’appuntamento più prestigioso nel settore dell’ambiente e delle nuove tecnologie per uno sviluppo sostenibile. Gli esperti hanno deciso di conferire il premio del 2015 alla squadra del professor Cedo Maksimovic e al progetto denominato Blue green dream, “sogno verde-azzurro” che parte da un’interconnessione profonda fra le aree verdi, quelle edificate ed il sistema idrico dello spazio urbano senza sprecare nulla. “Non si butta neanche una goccia d’acqua”, spiega il professor Maksimovic, serbo di origini e professore ordinario all’Imperial College di Londra.  In un’intervista al “Novi Magazin”, Maksimovic spiega come uno degli elementi del futuro, in ogni grande città, dovrà essere proprio il riciclo dell’acqua, bene sempre più prezioso.

“L’acqua ‘ripulita’ è la risorsa del futuro (…) I miei colleghi di Stanford hanno ricevuto 100 milioni di dollari per tracciare una Strategia dell’acqua per la California. Non vi è molta saggezza in tutto ciò, perché semplicemente va immesso nuovamente nel sistema tutto quello che viene consumato. Gli investitori del nuovo complesso urbano ‘Lustica bay’ sulle coste montenegrine lo hanno capito e hanno già installato un sistema di canalizzazione che raccoglie l’acqua piovana per ripulirla e riutilizzarla”. I progetto “verde-azzurro” prevede non solo il rispetto dell’ambiente, ma anche sostanziali risparmi energetici come quelli già dimostrati attraverso l’applicazione delle tecnologie al palazzo della Banca Mondiale a Parigi.

Lì il risparmio energetico provato è del 45 per cento, ma i colleghi di Maksimovic dell’Università di Zagabria hanno presentato la possibilità di risparmiare fino all’85 per cento del consumo idrico ed elettrico nel quartiere di Borongaj, se vi fossero applicate le tecnologie “verdi-azzurre”. Il progetto non ha invece ricevuto un’accoglienza troppo calorosa in Serbia, patria di Maksimovic. Proprio nella capitale è stato annunciato quello che secondo il premier Vucic dovrà essere il più grande progetto architettonico degli ultimi decenni, denominato “Belgrado sull’acqua” e portato avanti dalla società degli Emirati Arabi Uniti Eagle Hills.

La zona centrale della città, adiacente alla stazione ferroviaria e sulle rive del fiume Sava, verrà spianata per realizzarvi un complesso architettonico dell’ampiezza di oltre 100 ettari, con edifici di un’altezza tale per cui l’intera superficie costruita sarebbe di circa 1,8 milioni di metri quadri. Su tutti svetterebbe una torre, simile a quella costruita dalla Eagle Hills a Dubai, la cui altezza è stata più volte modificata negli annunci governativi e che dovrebbe essere compresa fra i 180 e i 220 metri. L’allarme sulle insidie nascoste in un progetto di tale portata era stato già lanciato nei mesi scorsi dall’Accademia serba di architettura, che aveva chiesto “con urgenza” la sospensione del piano perché con i suoi 1,8 milioni di metri quadri di spazio edificato potrebbe risultare la “più grande costruzione illegale al mondo”. Uno dei membri della stessa accademia, Bojan Kovacevic, aveva criticato il governo serbo per avere presentato sotto forma di “lex specialis”, con l’obiettivo dunque di aggirare il dibattito parlamentare, un testo che di fatto dava il diritto ai costruttori di non dover seguire le normative precedenti in materia di permessi e di realizzazione delle opere edilizie.

Il professor Maksimovic non intende entrare nei dettagli del progetto, ma si limita a dire che “con loro purtroppo non siamo riusciti a instaurare alcun tipo di comunicazione. I tentativi sono stati numerosi, ma è un sistema chiuso che pensa di sapere tutto”. In compenso sono in corso dei colloqui con la società dell’Acquedotto per rimettere in sesto il problematico sistema di canalizzazione della città. “Il piano prevede la realizzazione del più grande collettore per la canalizzazione che parte dal fiume Sava e va fino a Mostarska Petlja, esattamente cento metri sopra ‘Belgrado sull’acqua’”. Se i connazionali non hanno mostrato interesse sufficiente, Maksimovic si è potuto “consolare” con l’attenzione prestata al suo progetto dal ministero cinese per l’Ambiente, da uno Stato americano “della costa occidentale”, e soprattutto dal comune di Londra, che vorrebbe applicare il sistema ad un progetto architettonico che prevede un investimento di 26 miliardi di sterline e che verrà completato entro i prossimi 30 anni.

“Sarà il nodo di traffico più grande della Gran Bretagna, dove si incroceranno i binari ferroviari di collegamento fra l’Est e l’Ovest del Paese, oltre che quelli della linea veloce diretta verso Nord. Attorno a questo nodo verrà riammodernata la zona industriale e saranno costruite abitazioni per 60.000 persone”. Nonostante i successi all’estero, il professor Maksimovic non dimentica la sua città di origine e continua a trattare, magari con soggetti diversi dagli architetti di “Belgrado sull’acqua”. “Cerco gente che sappia fare dei progetti, cerco degli investitori, dei costruttori per un consorzio che realizzerà degli edifici ad uso abitativo e delle fabbriche nei dintorni della città (..). A Belgrado avremo successo se inizieremo con un progetto come si deve e se gli investitori riconosceranno che non si tratta di gettare via soldi per qualche operazione pubblicitaria, ma di farli fruttare in un business carico di profitti”.

Fonti: Novi Magazin – agenzie

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