Tirana, povertà e moschee
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Tirana, povertà e moschee

In un’Albania che diventa sempre più povera, la Comunità islamica non controlla 200 moschee su 700 e questo rende più facile il diffondersi delle teorie radicali e jihadiste<br>

Tirana, povertà e moschee
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21 Dicembre 2015 - 10.31


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In un’Albania sempre più soffocata dalla morsa della povertà, dati di provenienza governativa sostengono che nella repubblica schipetara le moschee non controllate proliferano , e ben 200 dei 727 luoghi di culto islamici nel Paese operano al di fuori delle norme giuridiche e dello stesso regolamento delle comunità musulmane , sollevando timori circa il potenziale di crescita di idee radicali . I nuovi dati indicano cifre in crescita sul numero di moschee che operano al di fuori delle regole della comunità musulmana, KMSH, ed oggi il numero è molto più alto di quanto non lo fosse nelle stime precedenti.

La stima proviene dal responsabile del Comitato di Stato per i culti, Ilir Dizdari,ed è stata riferita durante una conferenza sul rischio di terrorismo affrontato dall’ Albania, che è un Paese a maggioranza musulmana .”Il nostri processi di identificazione e controllo dicono che 200 moschee su 727 non soddisfano almeno uno degli standard legali richiesti oppure i regolamenti comunitari musulmani – dichiara Dizdari – e dunque questi luoghi di riunione potrebbero essere chiusi, aver perso i legami con la comunità oppure si tratta di costruzioni abusive, prive della documentazione adeguata, e così via”.Non è ancora chiaro quante di queste 200 moschee ssiano aperte, e per questo si attende il rapporto completo del Comitato di Stato per culti non sarà diffuso fino al prossimo anno.

Dizdari aggiunge che non tutte queste moschee hanno evidenziato problemi connessi all’estremismo, ma in ogni non ci saranno più luoghi di preghiera fuori controllo: “Questo tipo di situazione non può continuare, bisogna svolgere controlli e dovrebbe esistere una documentazione adeguata per ciascun luogo,e noi stiamo lavorando in questa direzione”, continua. In parte, accusa il KMSH per la crescita nelle moschee senza controlli e sostiene che la comunità musulmana ha contribuito a creare questa situazione: “La Comunità musulmana albanese dovrebbe stare lontana da settarismo, dovrebbe essere inclusiva e soprattutto innalzare il livello della teologia.
Il KMSH è stato invitato a partecipare al suo ruolo nel contenimento predicatori estremisti all’interno delle moschee, la Comunità musulmana albanese dovrebbe criticare apertamente le forme di predicazione che portano allo sviluppo di idee terroristiche, ma anche dare vita a regolamenti in materia e distribuirli a tutte le moschee. E queste cose non sono stato fatto”, ha concluso Dizdari.

Anche l’ex vice capo della KMSH, Ermir Gjinishi, accusa l’attuale leadership della Comunità di non fare il suo lavoro: “Se il KMSH non interviene subito per cambiare questa situazione , il prossimo anno, la metà delle moschee in Albania sarà fuori dal suo controllo”, avverte. Le preoccupazioni per l’estremismo islamico in Albania sono aumentate nel marzo del 2014, quando due “imam” di moschee indipendenti dal KMSH sono stati arrestati per il reclutamento di jihadisti, mandati a combattere nei gruppi islamici radicali in Siria.

/Il KMSH è l’unica organizzazione musulmana che lo Stato albanese riconosca e la quale collabora, e questa posizione esclusiva dà al Comitato il diritto-dovere di amministrare e sorvegliare ogni moschea. Nessun’altra organizzazione religiosa musulmana è ufficialmente registrata nei tribunali e approvata dal Comitato di Stato per i culti.

Il capo della comunità islamica di Tirana, Ylli Gurra, dice di condividere queste preoccupazioni: “La situazione potrebbe diventare pericoloso se si continuasse così, una moschea che è fuori del controllo della comunità può essere una finestra aperta per l’estremismo”, dice, ed esorta il KMSH a riflettere sulla situazione e adottare misure per aumentare la sua influenza all’interno moschee di Albania.

(Fatjona Mejdini, BIRN )
 

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