Hamid: morti musulmani non sono di serie B
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Hamid: morti musulmani non sono di serie B

Lo scrittore pachistano ha commentato le reazioni alle strage di Parigi: anche noi abbiamo paura, l'obiettivo del terrorismo è quelli di dividerci

Mohsin Hamid
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20 Novembre 2015 - 11.44


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“La diseguaglianza e la paura verso una cultura diversa aiutano il terrorismo. I pakistani sono sconvolti e si è diffusa una profonda simpatia per Parigi”. Lo scrittore Mohsin Hamid tenta di avvicinare l’Occidente al mondo musulmano, spiegando come l’Isis sia un nemico anche per le persone che predicano l’Islam: “Anche tra di noi c’è il terrore che queste stragi colpiscano i musulmani. Ma c’è dell’altro. Un anno fa circa cento bambini furono uccisi a Peshawar ma nessuno cambiò il profilo Facebook. L’impressione è che da un lato il valore della vita sia considerato più alto a Parigi che in Pakistan e dall’altro che forse le persone ci ritengono meritevoli dei nostri guai perche’ i nostri governi agiscono male o perche’ i terroristi pretendono d’ammazzare in nostro nome”.

“Se l’Occidente – osserva Hamid- crede che in Paesi come il Pakistan la gente magari non sostiene i terroristi ma simpatizza con loro, commette un grave errore. In Pakistan scrittori e persone normali muoiono ogni giorno per denunciare i fondamentalisti. Quando s’inizia a parlare di colpa di gruppo il terreno frana. E’ il gioco dei terroristi e dei nazionalisti che, in modi diversi, vogliono sostituire l’identità individuale con quella collettiva, religiosa o etnica che sia”. “Dobbiamo bloccare questa deriva – sottolinea lo scrittore pachistano – ,rischiamo la reciproca distruzione. I genitori musulmani dei bimbi di Peshawar hanno più in comune con i parenti delle vittime di Parigi che coi loro presunti “fratelli” attentatori”.

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