Slovenia: un muro di filo spinato al confine con la Croazia
Top

Slovenia: un muro di filo spinato al confine con la Croazia

La Slovenia ha cominciato ed erigere barriere lungo la frontiera croata ma ufficialmente dice ancora di essere in attesa delle mosse di altri Paesi.

Slovenia: un muro di filo spinato al confine con la Croazia
Preroll

Desk2 Modifica articolo

11 Novembre 2015 - 13.55


ATF

In Slovenia il muro c’è, ma non si dice: il governo di Lubiana ha cominciato a erigere barriere di filo spinato – in parte acquistate dall’Ungheria – lungo il confine con la Croazia, però il premier Miro Cerar continua a fingere che la decisione non sia stata ancora presa, e che dipenda ancora da quanto faranno gli altri Paesi, a partire dalla Grecia.

Il ministro degi Interni, Vesna Györkös ?nidar continua a sostenere che “i mezzi tecnici sono pronti, ma la decisione sulla loro insitallazione è politica”: a suo dire, il controllo del flusso migratorio dipende dalla valutazione della situazione e dalla condotta di altri Paesi, e la Slovenia prenderà decisioni in linea con l’Austria, ma com’è noto
Vienna suggerisce un ulteriore inasprimento.

Che lo si dica facendo ricorso ad eufemismi o meno, l’Europa si sta blindando e attua la decisione di “rafforzare le frontiere esterne”dell’Unione: la Slovenia si trova proprio a dover proteggere uno dei limiti orientali dell’area Schengen.In cambio delle barriere e dei controlli, Lubiana otterrà da Bruxelles maggiore assistenza finanziaria .

Leggi anche:  Migranti, 50mila spariti in Europa negli ultimi 3 anni: in Italia sono 23mila i minorenni scomparsi nel nulla

“Ci stiamo intensamente preparando per l’uso di mezzi tecnici che garantiscano una gestione controllata dei flussi migratori ed una migliore protezione delle frontiere esterne – aggiunge il ministro degli Interni austriaco, Johanna Mikl-Leitner – il mito è quello che il confine greco-turco non Vesna Györkös ?nidar possa essere controllato. Al contrario, la Grecia ha una forte Marina che può essere posta sotto il comando civile ed utilizzata per controllare le frontiere esterne”. Atene potrebbe accettare aiuti svolgere questo compito , essenziale per un controllo dei flussi. Anche il ministro dell’Interno tedesco, Thomas de Maizière ha chiede una migliore protezione delle frontiere esterne dell’Unione europea, in particolare marittime, con l’assistenza di Frontex. “Il caos sulla rotta dei Balcani nasce dal fatto che i punti di controllo, i cosiddetti “hot spot”non funzionano, e l’Unione potrebbe cadere a pezzi”.
Il ministro degli Esteri lussemburghese, Jean Asselborn, aggiunge che “forse abbiamo ancora pochi mesi di tempo, se non ci saranno soluzioni europee alla crisi dei rifugiati, e se sempre Più paesi pensano che le cose possano essere fronteggiate a livello nazionale , il patto di Schengen è morto, e seSvezia e Germania chiuderanno il coperchio, non so cosa accadrà nei Balcani. La situazione èVmolto, molto critica.”
I ministri dell’Interno europei devono discutere anche i finanziamenti e i modi per aiutare i Paesi da cui i migranti fuggono , si sta pensando per esempio di sottoporre quanti
rifiutano di registrarsi ad una procedura di ritorno accelerata, e l’Unione si prepara a più sgradevoli, metodi coercitivi.

Leggi anche:  Migranti, 50mila spariti in Europa negli ultimi 3 anni: in Italia sono 23mila i minorenni scomparsi nel nulla

In vista del prossimo inverno, la Commissione europea sosterrà inoltre i piani per l’assistenza umanitaria ai Paesi dei Balcani. Stati con il confine di Schengen dovrebbero anche fornire un aiuto al suo controllo. I ministri UE di protezione delle frontiere esterne e l’elenco degli immigrati e dei Balcani, occupandosi della creazione di centri supplementari e per il “trattamento” dei migranti con rilevamento delle impronte digitali. L’unica condizione è che tali centri vengano realizzati al di fuori dell’UE.

Fonti : Delo, Agenzie

Native

Articoli correlati