L’Unione va avanti a spot: e noi cittadini paghiamo il conto
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L’Unione va avanti a spot: e noi cittadini paghiamo il conto

La Ue si autopromuove usando i nostri soldi: 664 milioni già spesi in pubblicità, ed altri 4 miliardi stanziati<br>

L’Unione va avanti a spot: e noi cittadini paghiamo il conto
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redazione Modifica articolo

1 Settembre 2015 - 16.28


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La fiducia dei cittadini occidentali verso l’Unione europea non aveva mai toccato un livello così basso, e allora come reagisce Bruxelles? Lanciando un programma di “spot” che dovrebbero funzionare come propaganda politica e in quanto europei paghiamo di tasca nostra. Soltanto nel 2004 ciascuno di noi ha contribuito anche senza volerlo ad una campagna propozionale che è costata 664 milioni di euro, e visto come stanno andando le cose per quest’anno dovrebbe rivelarsi ancora più dispendiosa.

Il sorprendente rilievo viene mosso da Robert Oulds che presiede il “gruppo di Bruges”, noto think-thank degli euroscettici: “La campagna pubblicitaria vorrebbe ovviare al fatto che fra i cittadini d’Europa la sfiducia continua a crescere e molti di essi ormai vedono la UE solo come un ingombro sia in termini economici che quanto ad esercizio della democrazia. Fra l’altro, spendere tutti quei milioni in propaganda dovrebbe servire a sostenere le “priorità poliche dell’Unione”, senonchè bisognerebbe prima capire quali siano quelle priorità politiche…”, dice.

“Se guardiamo le cose per come sono – continua lo studioso – la propaganda che vorrebbe spingere le persone a sostenere l’UE e sta cercando di influenzare il processo politico in ogni modo. Si parte dalle scuole dove viene diffusa una letteratura di parte, che rappresenta soltanto punti di vista favorevoli alla UE ed al suo progetto di centralizzare il potere in Europa. Poi si passa alle Università, attraverso il finanziamento e il sostegno a persone che sostengono l’Unione europea, ai fondi forniti a gruppi che sostengono una maggiore integrazione o a settori della società civile che vorrebbero che la lobby europea prendesse più poteri dagli stati-nazione. Questa campagna è davvero antidemocratica, abusa del denaro dei contribuenti ed interferisce in tutti i livelli della società, sia in termini di istruzione superiore che finanziamenti a sostegno dell’integrazione. Ci dovrebbero essere modi migliori di spendere questo denaro in base a decisioni prese democraticamente dal popolo, e non dai dirigenti dell’Unione”.

L’Unione europea peraltro già stanziato un budget per l’autopromozione che potrebbe raggiungete i 4 miliardi di euro. “Il suo scopo è quello di creare un’ organizzazione sempre più stretta – continua Oulds – portando via poteri agli Stati-nazione per creare una maggiore centralizzazione in una potenza di massa con sede a Bruxelles,e questa è una questione politica molto controversa: tutta una serie di problemi risentono della UE , basti pensare alle misure di austerità che causano tali danni economici per l’Europa meridionale, in particolare la Grecia”.

“Adesso bisognerà vedere cosa accadrà in Gran Bretagna, dove si sta per avviare un referendum che dovrebbe avere luogo prima della fine del 2017 per decidere l’uscita del Regno Unito dall’Unione. Possiamo essere sicuri che Bruxelles spenderà letteralmente milioni di sterline per cercare di convincere l’elettorato britannico a rimanere nell’Unione europea. Questa è un’interferenza sgradita che non dovrebbe essere consentita, ma la UE ormai si è arrogata il diritto di promuovere se stessa e di interferire nella politica degli stati-nazione . Non si tratta solo di autopromozione che vorrebbe dire “siamo qui”, ma di vera e propria interferenza nella politica degli Stati membri . Il motivo per cui stanno spendendo sempre più soldi per questo sta nel fatto che le persone stanno gradualmente disprezzando la UE, la sfiducia è aumentata in tutti gli stati membri e specialmente in Gran Bretagna. I cittadini dove molte persone sono infatti UE-scettico. Questa è una ragione stanno cominciando a sentire che la UE si prende più poteri ma in realtà è distante da loro, non è democratica, ma per quanti investimenti faccia in pubblicità questa è una battaglia che Bruxelles sta lentamente perdendo.Questo sforzo per creare l’uomo europeo con un’unica identità comune non funziona. Le persone vogliono avere il proprio governo , vogliono gestire i propri affari insieme ad altre persone nella loro Paesi e non essere costrette a fare questo o quello. In tutto il mondo stiamo assistendo alla fine delle federazioni multinazionali , quindi la UE va davvero contro i processi della storia.”

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