La Merkel agli albanesi: niente più asili
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La Merkel agli albanesi: niente più asili

Aprendo il suo tour balcanico la cancelliera parla molto chiaramente con i migranti di origine albanese: la Germania ormai accetta solo lavoratori qualificati e respinge tutti gli altri<br>

La Merkel agli albanesi: niente più asili
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redazione Modifica articolo

10 Luglio 2015 - 16.33


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Il tour balcanico della cancelliera Angela Merkel si è iniziato ieri con un chiaro messaggio trasmesso all’Albania, e indirettamente a tutti i migranti che pensassero di trovare ricovero nel suo Paese: “La Germania non concede asilo a cittadini albanesi, ma ha bisogno di forza lavoro qualificata”. Inutile dunque sarà passare clandestinamente le frontiere sperando nell’aiuto di carattere umanitario, le procedure di respingimento si sono fatte rapide e gl indesiderati vengono rimandati indietro ormai da mesi, per giunta con il biglietto di ritorno a carico dei loro governi.

La Merkel è rimasta a Tirana poche ore prima di volare a Belgrado, e ieri ha concluso la sua visita a Sarajevo. In una conferenza conferenza stampa congiunta con il suo omologo albanese, Edi Rama ha affrontato il problema migranti senza mezze misure, anche perché una parte importante degli ingressi in Germania legata ad albanesi e kosovari. E su questo punto, non avrebbe potuto essere più netta.

“Abbiamo bisogno di lavoratori stranieri e crediamo che l’Albania ha tale potenziale – ha continuato la cancelliera – in Albania ho notato grandi progressi e dunque abbiamo forti possibilità di raggiungere nuovi livelli di cooperazione economica, che è un aspetto importante per concludere la strada verso l’Unione europea”.

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Tirana, ha continuato, “ha fatto passi considerevoli nella creazione delle condizioni di fiducia per gli investitori, ha ancora bisogno di promuovere migliori competenze nella riforma della giustizia, la lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione e dunque ai cui cittadini non si può riconoscere il diritto di asilo, ma piuttosto questo è un Paese in grado di offrire una forza lavoro qualificata“.

La linea seguita dalla Germania a questo proposito è chiara ed è stata decisa da tempo: il Paese per almeno quindici anni avraà bisogno di una forza lavoro di mezzo milione di persone all’anno per compensare l’andata in pensione di quella che è stata la generazione del “baby boom”, ma quanti entreranno non dovranno gravare sul bilancio dello Stato e possedere una specializzazione e capacità lavorative.

Il premier Edi Rama ha ringraziato la cancelliera tedesca per la visita che, ha detto, dimostra una particolare attenzione per i Balcani : “La signora Merkel mostra attenzione e capisce l’importanza della regione nel senso geopolitico. Siamo risoluti nelcontinuare a progredire assieme ai nostri vicini serbi continuando a rafforzare le relazioni con loro. L’integrazione dei Balcani occidentali nell’Unione europea è un bisogno reciproco, rappresenta un progetto di pace e di reciproco vantaggio. Nessuno nella UE vuole lasciare i Balcani fuori dall’Europa, questa sarebbe una scelta del assolutamente negativa”.

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Quanto al diritto di asilo, il primo ha ribadito che gli albanesi non hanno diritto di asilo nell’Unione europea, ma che la questione non deve essere visto solo come fatto di sicurezza punto ma piuttosto come un problema sociale.
“Non cerchiamo di essere esentati delle condizioni di Bruxelles, ma quel che si può fare sul piano dell’integrazione non lo facciamo solo perché ce lo chiede l’Unione ma perché ce lo chiede anche la società albanese”.

Fonti: Ibna, Agenzie

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