Serbia: comanda Blair?
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Serbia: comanda Blair?

In Serbia vacilla il governo di Vucic mentre affiora un progetto incredibile: affidare le decisioni chiave al gruppo di consulenti dell’ex premier inglese esautorando del tutto lo Stato<br>

Serbia: comanda Blair?
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10 Marzo 2015 - 00.50


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In Serbia hanno ripreso a circolare le voci di un imminente rimparso di governo con il quale Aleksandar Vucic tenterebbe di mascherare le falle evidenti della sua gestione politica: gli investimenti stranieri non arrivano, stipendi e pensioni sono stati tagliati e monta l’insoddisfazione della gent, per questo un premier particolarmente decisionista starebbe meditando una mossa a sorpresa. Le alternative sembrano poche: sostituire i tre ministri socialisti, cambiarne soltanto due mantenendo in carica Ivica Dacic che regge gli Esteri e nello stesso tempo è a capo dell’Osce, oppure dimettersi per andare a nuove elezioni. Nel frattempo però una parte del mondo politico comincia a chiedersi se tutto questo abbia senso, posto che Vucic sembra voler mettere il Paese nelle mani di un consulente particolarmente controverso, ovvero l’ex premier inglese Tony Blair

Tutto nasce dall’iniziativa di dare vita ad una “Delivery Unit” che organizzi in modo più efficace le attività del settore pubblico: l’ufficio dovrebbe essere suddiviso in cinque unità che si occuperanno rispettivamente di agricoltura, riforma della pubblica amministrazione, energia, infrastrutture ed imprese pubbliche ma soprattutto la sua gestione verrebbe demandata alla “Tony Blair Associates”. In altre parole, ministri e funzionari verrebbero esautorati da ogni decisione importante, affidando per di più la riforma dello Stato allo stesso uomo che nel 1999 sostenne più di ogni altro la campagna di bombardamenti NATO sul Paese.

Lo scandalo è stato sollevato da un quotidiano belgradese il quale aggiunge che non sono ancora noti i nomi dei cinque capi dipartimento, ma appare già ovvio che in questo progetto le competenze dei ministri verrebbero direttamente subordinate alle valutazioni degli uomini di Blair. La domanda che sorge di conseguenza è : cosa ce ne facciamo allora di un governo? E ancora: è accettabile che le competenze di uno Stato vengano privatizzate affidandole per giunta ad un personaggio così controverso?

Il giornale spinge ancora più avanti il ragionamento: un’iniziativa del genere da parte di Vucic costituisce una indiretta ammissione del fatto che il suo governo non riesce a gestire la situazione e fa acqua da tutte le parti, però anche dopo una simile constatazione lasciare alla “Tony Blair Associates” la gestione dei nodi principali della vita serba sarebbe un gesto inusitato.

Ovviamente in un momento così delicato nessun esponente del governo ha voluto commentare l’idea ma qualcuno ne ha confermato indirettamente l’esistenza, dicendo che l’iniziativa non costerebbe un soldo al contribuente serbo poichè sarebbe” finanziata da donazioni degli Emirati Arabi Uniti”. Il capace portafoglio degli emiri era stato citato anche quando erano esplose le polemiche sulla scelta di Tony Blair: ma con il dollari del petrolio ci si può comprare anche uno Stato?

Fonte: Blic

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