Terrorismo, la Francia ritira i passaporti agli ospitanti jihadisti
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Terrorismo, la Francia ritira i passaporti agli ospitanti jihadisti

Continuano le misure preventive nei Paesi dell'Unione europea verso possibili attacchi terroristici: questa volta tocca al paese transalpino.

Controlli anti-terrorismo
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23 Febbraio 2015 - 16.34


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Il fenomeno dei combattenti stranieri continua a impensierire l’Ue e la Turchia, il cui territorio è attraversato da migliaia di aspiranti jihadisti che vogliono unirsi all’Isis. Le autorità francesi hanno ritirato i passaporti a sei cittadini che stavano pianificando un viaggio imminente in Siria. Si tratta della prima misura preventiva di questo tipo, dopo le nuove leggi approvate a novembre per impedire che francesi si rechino all’estero per combattere al fianco degli jihadisti per poi rientrare in patria come ‘foreign fighters’.

Anche a un’altra quarantina di francesi sarà impedito di viaggiare all’estero. Lo scorso mese il premier francese, Manuel Valls, aveva stimato in 1400 i connazionali pronti a raggiungere la Siria o l’Iraq. E 1400 sono i combattenti stranieri finora espulsi da Ankara, che sta collaborando con Londra al caso delle tre ragazze britanniche che, piantate in asso le rispettive famiglie, sono partite alla vola del medio Oriente. La misura di quanto sia esteso il fenomeno dei “foreign fighters” lo da’ anche il bilancio delle vittime del conflitto in Siria e in Iraq.

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Tra i 1465 jiahdisti di Isis e 73 qaedisti di Nusra uccisi nei 5 mesi da quando sono iniziati i raid della coalizione internazionale a guida Usa contro lo Stato Islamico in Iraq (8 agosto) e in Siria (23 settembre) (cifre l’Osservatorio siriano per i diritti umani che denuncia come siano stati uccisi anche 62 civili, tra cui 8 minori e 5 donne), la maggioranza è costituita da ‘combattenti stranieri’. Intanto, è arrivata nel Golfo Persico per partecipare ai raid aerei anti-Isis la portaerei a propulsione nucleare francese Charles de Gaulle con la sua squadra navale.

Già stamane il primo caccia-bombardiere Rafale è decollato dal ponte della de Gaulle in direzione dell’Iraq dove, a differenza che in Siria, i jet francesi effettuano raid da settembre contro le postazioni Isis nell’ambito della coalizione internazionale a guida Usa. E mentre in Libia è stato raggiunto un accordo preliminare per una tregua fra le milizie di Misurata e quelle di Zintan, nelle regioni occidentali, Ankara ha giustificato lo sconfinamento in Siria per evacuare i propri soldati a guardia di un mausoleo spiegando che stavano per essere attaccati dall’Isis.

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