Califfato e tassi Usa: sfida all’Europa
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Califfato e tassi Usa: sfida all’Europa

L'Europa più degli Usa deve lavorare per promuovere rapporti di collaborazione e dialogo con l'Islam moderato per pacificare e favorire intese e sviluppo. [Nuccio Fava]

Nuccio Fava
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24 Agosto 2014 - 10.20


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Tutto il quadro mondiale resta carico di sfide per l’intera umanità in aree cruciali del mondo segnate da morte e sofferenza senza precedenti. Si riflettono duramente anche nella vecchia Europa in termini anche militari non meno che di risvolti economici e politici. Presidente di turno del semestre europeo l’Italia-dopo iniziali incertezze –ha espresso una linea abbastanza positiva sulle nuove e inedite sfide. I ministri Mogherini e Pinotti hanno ottenuto un largo consenso sulle ragioni dell’invio non solo umanitario per contrastare l’avanzata del califfato, con i suoi disegni di orrore e di morte contro chiunque non condivida l’ideologia fondamentalista. Come si è visto nelle registrazioni tv di decapitazioni e ricatti ai familiari degli ostaggi, si tratta di crudeltà senza confini, in una guerra che non rispetta alcun principio dell’Onu o della Croce Rossa come avveniva nella prima guerra mondiale di cento anni fa. Per l’Europa in particolare si fa più stringente la sfida culturale e civile sui grandi temi della dignità di ciascuna persona, della libertà- a cominciare da quella religiosa- del dialogo e del confronto tollerante e pacifico tra le diverse culture senza tentazione alcuna di egemonia e di superiorità. Un tale approccio è urgente dopo la scoperta di centinaia di immigrati di seconda e terza generazione, tutt’altro che integrati nelle nostre società democratiche. Anche a causa di difficoltà economiche e di mancanza di lavoro, abbracciano il radicalismo islamista e volano verso la lotta armata sotto la bandiera nera del califfato in odio spietato contro l’occidente.

L’Europa più degli stessi Usa ha il dovere di lavorare in questa direzione e di promuovere forti rapporti di collaborazione e dialogo con l’Islam moderato indispensabile per pacificare l’intera regione e favorire intese e sviluppo. L’occasione del vertice in Usa dei governatori delle banche centrali pur esprimendo un clima di convergenza e di volontà di collaborazione, ha però confermato le differenti condizioni delle situazioni economiche al di qua e al di la dell’Atlantico. Difficile immaginare, a breve, un innalzamento del valore del dollaro tale di favorire con tassi più alti un qualche deprezzamento dell’euro con benefici per l’economia del nostro continente. Anche la Bce non potrà fare miracoli. Draghi non ha escluso interventi non convenzionali, ma ha soprattutto insistito sull’importanza di politiche riformatrici da parte dei governi europei. Spetta ad essi, secondo il responsabile della banca di Francofore, procedere in modo più efficace e spedito sulle riforme a cominciare dal mercato del lavoro, dal fisco e dai tagli selettivi indispensabili per ridurre le spese improduttive e drenare risorse per l’occupazione e la crescita. Sono tutte questioni ben presenti all’agenda di Renzi per l’imminente ripresa. Scadenze molto più impegnative del catino di acqua gelata che il presidente del Consiglio si è versato sul capo ovviamentedi fronte alla tv.

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