La favela di Rocinha dove i Mondiali sono stati un disastro
Top

La favela di Rocinha dove i Mondiali sono stati un disastro

Passata la Coppa del Mondo, la favela alle spalle di Ipanema prova a tornare alla quotidianità, tra problemi economici, sanitari e politici. Il malcontento è diffuso.

La favela di Rocinha dove i Mondiali sono stati un disastro
Preroll

Desk3 Modifica articolo

18 Luglio 2014 - 21.08


ATF

Del Mondiale brasiliano, 2 partite su tutte fanno già parte a pieno titolo della storia del calcio di ogni tempo: il tracollo della Spagna campione uscente sconfitta 5-1 dall’Olanda e il 7-1 tedesco alla Seleçao in semifinale, una partita che ha sciolto in lacrime tutto il Brasile. Questo, il bilancio sportivo. Ma la Coppa del Mondo 2014 è stata anticipata, accompagnata, seguita da moltissime polemiche: a livello politico, certo, con la presidente Dilma Roussef in evidente affanno. Ma anche a livello umano: lo Stato sudamericano ha pagato un prezzo altissimo in termini di uomini e qualità della vita. Il governo per l’organizzazione ha speso 30 miliardi di dollari: i cittadini, in cambio, hanno avuto pochissimo.

“Questo Mondiale per noi abitanti è stato un vero disastro, almeno per il ceto lavoratore”, spiega Barbara Olivi, fondatrice della onlus “Il sorriso dei miei bimbi”, reggiana d’origine ma da più di 15 anni residente a Rocinha, favela da 200 mila persone nel cuore di Rio, a due passi dalla famosissima spiaggia di Ipanema. “Le infrastrutture pubbliche a Rio de Janeiro non funzionano. Per esempio, nelle favelas manca completamente il sistema fognario: nonostante ciò, vogliono realizzare a Rocinha un’altra teleferica per turisti. Salute ed educazione sono pessime, tante scuole di Rio sono catalogate tra le peggiori di tutto il Brasile”.

Barbara racconta di come il trasporto non funzioni, pochissimi autobus sono a disposizione per le aree di residenza della classe lavoratrice: “Si viaggia stipati come sardine, umiliati in ogni senso, mentre ce ne sono troppi, sempre vuoti, che attraversano aree nobili. Julio ieri ha aspettato un autobus per Rocinha per 1 ora e 20 minuti: nel frattempo ne sono passati addirittura 50 per Leblon, classe alta”. I problemi riguardano anche l’accesso alle strutture sportive: “Il Maracanà, tempio del calcio popolare, non è più accessibile alla stragrande maggioranza dei cittadini perché troppo caro: il biglietto più economico costa 80 reais, lo stipendio medio mensile è di 740 reais. Il costo della vita con i Mondiali è cresciuto a dismisura: la città sta diventando troppo costosa, lo dicono anche i turisti, con un pessimo rapporto qualità/prezzo”. Olivi racconta di come anche gli affitti a oggi siano improponibili, ma l’offerta è grande, per questo sperano possano diminuire sensibilmente.

“Il malcontento è diffuso e generale. E se i cantieri aperti opereranno fino al 2016, anno delle Olimpiadi a Rio, poveri noi. La quotidianità sarà una vera sfida. Nelle favelas, la situazione sembra addirittura peggiorata: a Rocinha si registrano sparatorie quasi ogni giorno, anche di giorno, addirittura si racconta di litigi tra gli stessi poliziotti. Per questo, per ora, non pensiamo ai giochi olimpici, stiamo ancora assorbendo il fenomeno e la delusione della Coppa. Ma il popolo brasiliano riceve la coppa per la migliore ospitalità, primo per estrema disponibilità, accoglienza e simpatia”.

Rocinha, intanto, è stata anche protagonista della Copa Social organizzata dall’’Escola Zico 10’ – progetto sociale-sportivo portato avanti da Zico, campione brasiliano prima e allenatore poi – andata in scena in contemporanea con i Mondiali. Il torneo ha messo in campo 120 ragazzini delle favelas: la Copa è stata vinta da Rocinha, che ha avuto la meglio su Vidigal. “È una soddisfazione, in tempi di Coppa del Mondo, dare un’opportunità a questi bambini che partecipano ai nostri progetti sociali. Per farne parte devi andare a scuola e avere buoni voti. Sappiamo che vengono da noi perché sognano di diventare giocatori di calcio, ma a loro dico che a me, la scuola, non ha mai impedito di essere un buon giocatore”.

‘Escola Zico 10’ in 6 anni ha seguito più di 90 mila giovani in tutto il Brasile. “In Brasile, i progetti sociali legati al calcio sono moltissimi”, racconta Marco Loiodice, che a Rocinha ha vissuto 2 anni e mezzo, ritornato in Italia alla vigilia del calcio d’inizio mondiale. “Sono felice che sia stata Rocinha a vincere la Copa Social, soprattutto contro Vidigal. Le due favelas, infatti, solo nel 2004 si sparavano contro. Le bande di Rocinha, Amigos dos amigos, contro quelle di Vidigal, Comando vermelho. Le due favelas si dividono la collina a doppia cima che si vede sullo sfondo di tante foto di Ipanema: da un lato c’è Vidigal, dall’altro, a strapiombo, Rocinha. Ora i ragazzini si affrontano su un campo di calcio”.

Native

Articoli correlati