Zagabria sprofonda nella povertà
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Zagabria sprofonda nella povertà

Un terzo dei cittadini è a rischio esclusione sociale e il governo croato affretta il passo per arginare la drammatica crisi in atto

Zagabria sprofonda nella povertà
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redazione Modifica articolo

2 Aprile 2014 - 11.43


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Percepiscono meno del 60% del reddito che metà delle famiglie croate guadagna ogni mese, vivono in abitazioni mal riscaldate (o in molti casi prive del tutto di regolari impianti) e non possono permettersi di possedere una televisione o una lavatrice. Pagano a stento il modesto affitto mensile e non riescono a nutrisi regolarmente con carne e proteine affini, oltre ovviamente a non disporre di un automobile. Sono i cittadini croati che rientrano nella definizione di individui “a rischio povertà o esclusione sociale”, quasi un terzo della popolazione (32,3%), stando ai dati pubblicati dall’Eurostat riferibili al periodo 2008-2012 funestato dalla violenta recessione. Il rapporto dell’istituto europeo ha offerto al governo croato un buona “base d’appoggio per stendere il documento strategico “Piano per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale in Croazia (2014-2020), che fissa gli obiettivi essenziali da centrare, le metodologie previste e le riforme da attuare. È evidente che l’esecutivo stia affrettando il passo per tentare di arginare il prima possibile la drammatica crisi sociale in atto, considerando anche i dati relativi solo al 2012, secondo i quali ben il 20,5% dei cittadini croati è a rischio povertà, mentre il 16,9% è materialmente indigente e versa in uno stato di “severa deprivazione materiale”. Cifre terribili, migliori solo di quelle registrate in Grecia (23,1%), Romania (22,6%), Spagna (22,2%) e Bulgaria (21,2%).

“Dai dati in possesso emergono enormi squilibri sociali ed economici; per questo motivo lo Stato croato ha l’obbligo di individuare e sradicare le cause che conducono a tali situazioni drammatiche. Bisogna sfruttare le misure di politica attiva per migliorare le condizioni di vita dell’intera cittadinanza e non dimenticare che la povertà e l’esclusione sociale sono fenomeni che minano le fondamenta sui quali è stato eretta la nazione croata”, recita uno stralcio del documento governativo, riportato dal quotidiano “Index”. D’altronde la situazione economica del Paese ha assunto contorni decisamente drammatici, come attestano chiaramente i principali indicatori finanziari nazionali e mondiali. La disoccupazione, secondo i dati di Bruxelles relativi al 2013, è pari al 21% (400mila cittadini) della popolazione, il debito pubblico è schizzato oltre il 60% e il disavanzo stimato attorno al 6% del Pil, ben al di sopra del 3% tollerato. È per questo che la Croazia sta subendo la severa procedura d’infrazione europea per deficit eccessivo, un meccanismo messo a punto affinché gli Stati membri riportino il disavanzo a un livello accettabile secondo gli standard europei.

Ma il documento dell’esecutivo ricorda anche altri dati scoraggianti elaborati dal ministero dell’Economia: oltre 300 mila cittadini croati risultano insolventi (in base, in realtà, a una controversa legge mai abolita dall’esecutivo che prevede limiti draconiani) con i conti bloccati e oltre il 70% delle famiglie non può permettersi una vacanza. Inoltre l’emigrazione ha raggiunto ormai livelli record, dal momento che nel 2012 i cittadini fuggiti dal Paese sono stati 12.877, mentre nel 2011 12.699 e nel 2010 9.860.

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