L'Iran ribadisce il sostegno al regime di Assad
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L'Iran ribadisce il sostegno al regime di Assad

Il rais siriano, dato per morto, è apparso davanti alle telecamere con un alto rappresentante del governo di Teheran, che appoggia Damasco.

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7 Agosto 2012 - 23.36


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Era stato dato per morto il presidente siriano Bashar al Assad. Ma il rais della Siria è apparso in video e in forma. “Il popolo e il governo siriano sono determinati a ripulire la Siria dai terroristi”, ha detto Assad citato dai media, dopo l’incontro avuto con Said Jalili, alto rappresentante della Guida suprema della rivoluzione iraniana Ali Khamenei. Freddo e calmo come sempre, mentre si mostra alle telecamere mentre parla ad Jalili, il quale ha ribadito ancora una volta l’appoggio dell’Iran al regime del presidente siriano.

I due alleati strategici di sempre fanno sapere che non si arrenderanno alle pressioni occidentali, che mirano ad abbattere il governo di Damasco. “Quel che avviene in Siria non è una questione interna ma una lotta tra l’asse della resistenza (anti-israeliana) e i nemici di questo asse”, ha detto Jalili. E poi ha aggiunto che l’Iran “non permetterà in alcun modo che l’asse della resistenza venga infranto” e “la Siria è un perno essenziale di questo asse”.

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I terroristi a cui fa riferimento Bashar al Assad sono i ribelli dell’esercito libero siriano (Esl), ma anche le frange non controllate dall’Esl, che oggi hanno ucciso 16 oparai nei pressi di Homs. La maggior parte delle vittime di oggi appartengono alla minoranza sciita, di cui fanno parte i clan che hanno governato la Siria negli ultimi 40 anni. A denunciare il crimine sia l’agenzia ufficiale Sana, sia l’osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), accusato dai sostenitori del regime siriano di essere al soldo dell’Occidente.

In tutto sono state almeno 156 le vittime odierne in tutto il Paese, negli scontri tra le forze fedeli ad Assad e quelle di opposizione al regime. I bombardamenti sui quartieri residenziali delle città siriane, ad opera dell’esercito ufficiale hanno causato 31 morti a Damasco, 29 nella regione di Homs, 27 ad Aleppo – nel nord – 19 a Daraa, 15 ad Idlib, 10 a Dayr az Zor, 5 a Latakia e 4 ad Hama.

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