Anche la Cina ha il suo Trota. Storia di Bo Guagua

da New York

E’ ancora chiuso in un ospedale di Pechino, Chen Guanchen, l’avvocato autodidatta diventato il simbolo della dissidenza, ma potrebbero essere i suoi ultimi giorni in Cina. Dopo lunghe trattative, Washington avrebbe ottenuto il via libera delle autorità cinesi per far venire negli Stati Uniti Chen, come assistente in un’università americana. La sua storia ha attirato giornalisti e telecamere in un paese che ama invece risolvere senza testimoni i suoi problemi.

E’ tornata così a galla lo scandalo di uno degli uomini più potenti di Cina, Bo Xilai, segretario del partito comunista della grande regione dello Chongqing. Che in 40 anni di governo avrebbe lavorato solo per arricchire se stesso e la sua famiglia. La moglie, Gu Kailai, figlia di un eroe della rivoluzione, il fratello maggiore, diventato il più grande imprenditore fra Hong Kong e Shangai, le cognate, che gestiscono società finanziarie. I soldi sarebbero stati portati all’estero, al sicuro, attraverso persone di fiducia, come il diplomatico inglese Neil Haywood, ucciso, secondo le autorità cinesi, dalla stessa Gu Kilai.

Ma il personaggio che più fa discutere oggi, dentro e fuori la Cina, è il giovane rampollo, Bo Guagua. In un video di tre anni fa della televisione di stato, Bo Guagua vene presentato come un esempio per tutti giovani cinesi. Brillante, lavoratore, serio e studioso. In realtà il nipote di uno dei giganti della rivoluzione maoista è il nuovo rappresentante della cosiddetta aristocrazia rossa del paese. Scuole d’elite in cui non si distingue mai per i risultati, tra l’Inghilterra e Harvard, Ferrari testa rossa e macchine sportive europee, una fama da play boy sempre pieno di soldi.

E’ sparito, Bo Guagua, dopo che la madre e il padre sono stati arrestati. Sembra abbia chiesto anche lui la protezione degli Stati Uniti. Come Chen Guangchen, che l’università non ha mai potuto permettersela ma che è riuscito, nonostante la cecità, a laurearsi in legge da autodidatta.