Il G20 severo chiede all'Ue ancora più sacrifici
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Il G20 severo chiede all'Ue ancora più sacrifici

Nel vertice delle potenze più industrializzate del mondo che si è svolto a Città del Messico, l'Europa sotto esame deve fare di più per bloccare la crisi del debito.

Il G20 severo chiede all'Ue ancora più sacrifici
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27 Febbraio 2012 - 08.40


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Il G20, in vertice a Città del Messico, vuole di più dall’Europa. Sembra un’agonia senza fine questa del Vecchio Continente. E quindi, nonostante gli sforzi e i progressi fatti, i ministri delle finanze e i governatori della banche centrali del G20 chiedono che la crisi del debito europeo sia affrontata in modo più massiccio per scongiurare, si legge nelle agenzie, il rischio Grecia.

E lo vuole anche veloce questo inasprimento di misure, entro il mese di marzo. Questo potrebbe essere «un contributo essenziale» per dotare di maggiori risorse nella riunione del prossimo
aprile il Fondo Monetario Internazionale (fondi che verrebbero
poi elargiti sotto forma di crediti ai paesi in difficoltà).

Pressioni dunque, con gli Usa in testa, perché le misure anticrisi raggiungano almeno 750 milioni di euro. Bruxelles potrebbe dare il proprio assenso già dal prossimio Consiglio Europeo, 1 e 2 marzo. Per il nostro viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, il dibattito in Messico è stato intenso, ma senza contrapposizioni tra l’Europa e il resto del mondo. Ancora più tranquillo il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco che ha riscontrato una notevole convergenza sulla necessità di andare avanti nel rafforzare le barriere anticrisi. Per il il presidente della Bce Mario Draghi l’Europa ha «stabilizzato» la situazione
economica nel suo complesso rispetto al quarto trimestre 2011.
«L’euro – ha aggiunto Draghi – è ora un posto più sicuro» e
«sembra esserci un ritorno di fiducia sui mercati europei».

Nel comunicato finale, viene riconosciuto all’Eurozona di aver compiuto «importanti
progressi»; si confermano «modeste» le aspettative di
crescita per il 2012 ; i rischi al ribasso continuano a
rimanere «alti».
Per il G20, la crescita resta debole
nelle economie avanzate e più forte, anche se in
rallentamento, nei paesi emergenti. Preoccupa in questo senso
non solo la disoccupazione, ma anche i rischi di un aumento del
prezzo del petrolio dovuto più alla situazione geopolitica in
Medioriente che ad una strozzatura della domanda. Tornando alla crescita, è
intervenuto anche

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