A Gerusalemme gli ebrei ortodossi dettano legge
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A Gerusalemme gli ebrei ortodossi dettano legge

Assaltata libreria di testi in inglese. Assenza di memoria per altri libri distrutti. Chi non si piega alle loro richieste viene punito.

A Gerusalemme gli ebrei ortodossi dettano legge
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12 Settembre 2011 - 16.36


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di Marta Fortunato


Assalto a una libreria.
Un gruppo di estremisti ebrei ha assaltato una libreria nel quartiere ultra-ortodosso di Mea She’arim a Gerusalemme. Il motivo: promozione di comportamenti immorali e di usi e costumi indecorosi da parte dei proprietari del negozio.


La notte di venerdì 2 settembre
un gruppo chiamato Sikrikim (i Sicari) e soprannominato dai negozianti del quartiere come “la mafia di Mea She’arim”, ha fatto irruzione nella libreria Or Hachaim/Manny’s, ha rotto le vetrine del negozio e gettato escrementi umani all’interno. Atti vandalici che il proprietario Yona Metzger subisce da un anno e mezzo, da quando ha aperto la libreria nella via principale del quartiere di Mea She’arim, a Gerusalemme.

Una libreria con libri sacri in inglese e con oggetti della tradizione giudaica, un luogo che attira i residenti anglofoni del quartiere e anche molti turisti.


Secondo gli aggressori Yoni è colpevole
di non essersi assoggetto agli “standard di modestia” chiesti dal gruppo estremista: cartelli all’ingresso del negozio per invitare i clienti a vestirsi in modo rispettoso, la chiusura del sito internet in inglese e la rimozione di tutti i libri in lingua inglese.

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Secondo quanto riferito al quotidiano israeliano The Jerusalem Post da Marlene Samuels, una delle manager della libreria, si tratta di un gruppo di persone molto ristretto, il cui numero non supera i 100 individui, che tuttavia terrorizza i proprietari dei negozi e detta legge nel quartiere. Una vera e propria mafia, autrice di molti attacchi contro gli ebrei ortodossi. Il nome del gruppo, Sikrikim, deriva dalla parola latina “Sicarii”, termine che gli antichi romani usavano per indicare la fazione estremista ebraica degli Zeloti, che aveva cercato di espellere i romani dalla Giudea.


Non è la prima volta che ci sono attacchi ai negozi
ed intimidazioni ai proprietari: Marlene ha raccontato che nel quartiere di Geula i Sicari hanno preso nel mirino una gelateria poiché ritenevano che leccare il gelato per strada non fosse un comportamento morale e modesto. Oggetto di attacchi anche un negozio di scarpe che esponeva in vetrina tacchi alti.


Molti sono i negozianti che obbediscono ai diktat
del gruppo estremista: camminando per Mea She’arim si vedono molti cartelli all’esterno dei negozi in cui si chiede ai clienti un abbigliamento modesto e rispettoso.

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“Non voglio avere problemi, se non avessi messo fuori dalla porta, sono sicuro che sarebbero sorti problemi” ha raccontato al Jerusalem Post, Shlomo, proprietario di una piccola libreria – mi hanno chiesto di farlo ed ho eseguito”.


Richieste che invece Yona Metzger ha rifiutato
in un incontro avvenuto mercoledì scorso con i rappresentanti di Sikrikim. Due giorni dopo, di notte, il gruppo estremista ha saccheggiato la libreria costringendo il proprietario ad assumere una guardia che vigilasse il negozio durante lo Shabbat a causa della mancato aiuto da parte della polizia.
“Nelle ultima settimane la polizia ha detto che non vuole essere coinvolta nel quartiere [di Mea She’arim]” ha riferito Marlene al Jerusalem Post.
Dichiarazioni smentite dalla poliziotta Shlomit Bajshi che ha affermato che è stata aperta un’indagine sull’accaduto ma che i colpevoli non sono ancora stati identificati.

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