Perché Papa Francesco sottolinea con le parole (e i fatti) che lui è il vescovo di Roma
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Perché Papa Francesco sottolinea con le parole (e i fatti) che lui è il vescovo di Roma

Papa Francesco ha nominato l’attuale “cardinal vicario”, Angelo De Donatis, Penitenziere Maggiore, cioè titolare della Penitenzieria Apostolica, in sostituzione dell’ormai ottantenne cardinale Mauro Piacenza. Ma non c'è un nuovo Vicario

Perché Papa Francesco sottolinea con le parole (e i fatti) che lui è il vescovo di Roma
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

6 Aprile 2024 - 17.05


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Lavori in corso al Vicariato di Roma. Papa Francesco ha nominato l’attuale “cardinal vicario”, Angelo De Donatis, Penitenziere Maggiore, cioè titolare della Penitenzieria Apostolica, in sostituzione dell’ormai ottantenne cardinale Mauro Piacenza.

Non figurando nel bollettino delle “rinunce e nomine” un sostituto del cardinale De Donatis quale Vicario di Roma appare è ovviamente possibile ritenere che sarà nominato in un secondo momento ma è anche lecito ritenere che la figura del Cardinal Vicario possa essere accontonata, e il vicariato affidato al Vice Gerente, che con la riforma varata recentemente dal papa è già “l’uomo forte”, il vero centro nevralgico del vicariato. Come dire che il vescovo di Roma è lui, Francesco, il vescovo di Roma Francesco, poi c’è un Vice Gerente della diocesi, monsignor Baldassarre Reina. 

La domanda sul motivo per cui Roma, la diocesi di cui è vescovo il papa, debba avere un Cardinale Vicario, è tanto misteriosa quanto da lungo tempo senza risposta. Ma nella sostanza sembrava implicare che il papa è il papa, il vescovo di Roma è un altro cardinale, il cardinale vicario.  Ora questa figurata potrebbe essere accantonata, con il chiarimento che ne consegue: il vescovo di Roma guida la diocesi, con l’aiuto di un Vice Gerente e, ovviamente, dei vescovi ausiliari. La questione sembra di lana caprina, ma è di sostanza: molti si stupirono infatti quando, appena eletto, papa Francesco disse dalla loggia delle benedizioni, “Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma”, non disse “ di eleggere un papa”. In una prospettiva ecclesiale ( e sinodale), di dialogo con le altre Chiese, questo cambia molto, e non solo nella forma.

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La contemporanea nomina di un vescovo ausiliare di Roma, monsignor Libanori, ad assessore del  Santo padre per le persone consacrate, colpisce perché il ruolo sin qui non era conosciuto.  Forse alcune problematiche emerse negli ultimi tempi  potrebbero aver indotto Francesco a ritenere necessaria questa nuova figura. Anche qui un successore non c’è, ma siccome è proprio improbabile che non venga sostituito potrebbe essere la spia del fatto a a questo punto il quadro complessivo dei vescovi ausiliari vada aggiornato.   

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