Quella con l'azoto non è solo una esecuzione ma un passo indietro nella storia dell’umanità
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Quella con l'azoto non è solo una esecuzione ma un passo indietro nella storia dell’umanità

Poco tempo per salvare la vita di Kenneth Smith, da trentacinque anni nel braccio della morte, perché non sia il primo essere umano a venire ucciso, nello stato dell’Alabama, per l’ipossia. Ossia soffocamento.

Quella con l'azoto non è solo una esecuzione ma un passo indietro nella storia dell’umanità
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23 Gennaio 2024 - 18.10


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di Mario Marazziti *

L’Italia si sta mobilitando per una causa difficile, che può essere vinta. L’appello lanciato dalla Comunità di Sant’Egidio (https://nodeathpenalty.santegidio.org/appelli/appello-urgente-al-governatore-dellalabama-per-la-vita-di-kenneth-smith/) per salvare la vita di Kenneth Smith, da trentacinque anni nel braccio della morte, perché non sia il primo essere umano a venire ucciso, nello stato dell’Alabama, per l’ipossia, il soffocamento, causata dall’immissione forzata di azoto nei polmoni, sta crescendo.

Non c’è molto tempo per Kenneth Smith. Poco tempo per fermare la macchina della morte, che nel caso di Kenneth infrange anche regole minimali, come quella che per sperimentare qualunque cosa su un essere umano c’è bisogno di una procedura di autorizzazione delle autorità che regolano la sperimentazione farmaceutica. Alabama, Mississippi e Oklahoma, dal 2015 hanno infatti inserito nei loro ordinamenti l’ipossia da azoto tra i metodi ammessi per rimediare ai disastri inumani delle iniezioni letali fallite, “botched”, senza precedenti e senza sapere. E nel 2022 la Corte Suprema dell’Alabama ne ha autorizzato l’uso perché – ormai lo sappiamo – per un’ora è stato impossibile iniettargli in una vena i veleni dell’iniezione letale, e poi non c’era più tempo, prima della mezzanotte, per trovare una vena nell’altro braccio e “finire la procedura”.

In Alabama: non solo una esecuzione, ma un passo indietro nella storia dell’umanità. Quella che sarebbe la prima esecuzione della storia umana utilizzando in maniera massiccia per la morte un elemento di vita, come l’azoto che respiriamo normalmente, nell’aria abbassa gli standard etici del mondo come in passato la schiavitù e la tortura. E conferma la guerra ad ogni costo, anche la guerra di un intero stato contro un individuo, come normalità. Chiediamo di fermarla e di farne una occasione di riflessione contro l’imbarbarimento del mondo, che comincia in Alabama.

Il rosso e il nero, sangue e morte in Alabama e nel sud dei linciaggi. C’è un lungo e sottilissimo filo nero e rosso che lega la vita di Kenneth Smith. Il rosso è il sangue di tanti nei linciaggi razzisti del Ku-Klux-Clan, nelle esecuzioni sommarie delle leggi segregazioniste di Jim Crow, nelle torture e nelle minacce di quel mondo. E il nero è quello del colore della pelle degli schiavi neri rimasti senza molti diritti umani e di cittadinanza vera, anche dopo. Ma che c’entra con Kenneth Smith, bianco, e con la speranza di vita di quest’uomo che ha ricevuto tanti anni fa 1000 dollari assieme a un altro per uccidere la moglie di un pastore protestante, un predicatore, che si era indebitato e che ha mandato due sicari a ucciderla per incassare i soldi dell’assicurazione? E cioè con l’aberrazione di un uomo di Dio che noleggia due sgangherati per ammazzare al posto proprio?

Già tre morti non sono abbastanza? Il rosso e il nero, sangue e vittime, sono anche, già, l’incredibile, cupa, sequenza di persone che sono morte in questa vicenda banale, di soldi: Elizabeth Sennet, la vittima fatta uccidere da un marito che predicava di scegliere tra Dio e Mammona e che per Mammona ha fatto eliminare la moglie, oggetto di valore possibile per una assicurazione. Poi Charles Sennet sr., il pastore e mandante, che si è suicidato quando le indagini hanno cominciato a portare a lui. Poi John Forrest Parker, il secondo sicario, che ha avuto la sua iniezione letale nel 2010. Basterebbe questo. Basta con la morte. Sarebbe sufficiente per decidere di non procedere con questa esecuzione da Guinness dei primati.

Smith, l’uomo dei primati. Kenneth Smith l’uomo morto due volte, perché l’ultimo tentativo di ucciderlo è durato quattro ore senza successo. E hanno dovuto sospendere l’esecuzione con l’iniezione letale perché non sono riusciti a creare il “secondo canale, quello che permette di uccidere anche se non si riesce con la prima endovena che veicola tre sostanze letali (in qualche caso ridotte a due per la difficoltà degli stati a procurarsi il barbiturico creato per alleviare il dolore, per la vita, e non per la morte, e per questo introvabile legalmente perché le case farmaceutiche ne bandiscono l’uso da quando la Comunità di Sant’Egidio e l’Italia hanno spinto la prima farmaceutica, Hospira, a decidere di non produrre più il Pentobarbital. E che deve essere il primo umano usato come cavia “per vedere l’effetto che fa” con l’azoto. Una mascherina su bocca e naso che fa entrare solo azoto assoluto, mangiandosi l’aria. Senza anestesia. Senza precauzioni in caso di perdita di azoto nella stanza con il consigliere spirituale e gli “addetti”. L’associazione dei veterinari, nei casi in cui questo sistema venga usato per animali di grandi dimensioni impone almeno la sedazione obbligatoria.

La prova del fuoco. C’è un accanimento di morte che porta a prima del Medioevo e ricorda da vicino i lager nazisti. La “prova del fuoco”, nel Medioevo, faceva camminare su carboni ardenti e che li faceva tenere in mano. Chi sopravviveva non poteva più essere ucciso. Con la nuova esecuzione, dopo una prima che ha contenuto tortura fisica e mentale, lo stato dell’Alabama mostra un attaccamento alla morte e alla tortura pre-moderno, dopo che gran parte del mondo ne è uscito con imbarazzo e orrore.

I cittadini dell’Alabama devono sapere che questo, anche per loro, ha un costo, in termini di incentivi e disincentivi economici negli scambi commerciali tra Italia, UE e Alabama. La vita di Smith – e la difesa da questa vergogna per l’Alabama e gli Alabamians – è nelle mani di una donna, bianca, di 78 anni, governatrice per la seconda – e ultima – volta dell’Alabama, Kay Ivey.

La governatrice ha fatto crescere l’import-export dell’Alabama. Lei si racconta così, ma anche i cittadini dell’Alabama devono pensarla così, avendola rieletta. Anche le aziende italiane, dice l’ICE, hanno un export di 236 milioni di euro e un import per 69. La Germania esporta per 310 milioni e importa per 314. La Mercedes è la più grande azienda europea che ha attività in Alabama. Italia e UE sono paesi leader per l’abolizione della pena di morte. E’ tempo che nell’Unione Europea ci sia chi inizia a mettere extra dazi sull’import e vi fossero norme che mettano dei paletti a contratti pubblici che, evidentemente, vanno anche a finanziare questo sistema che è contro le politiche nazionali ed europee, e contro l’umanità.

* Cofondatore della World Coalition Against the Death Penalty

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