Attacco ai diritti: in 24 ore il governo e la destra tutta hanno gettato la maschera
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Attacco ai diritti: in 24 ore il governo e la destra tutta hanno gettato la maschera

Avevano detto che non avrebbero toccato i diritti acquisiti e non lo hanno fatto: famiglie omogenitoriali, orientamento sessuale per la protezione speciale e siamo all'inizio

Attacco ai diritti: in 24 ore il governo e la destra tutta hanno gettato la maschera
Diritti Lgbtq+
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Gianmarco Capogna Modifica articolo

14 Marzo 2023 - 23.29


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In campagna elettorale Meloni ha ripetuto che non avrebbero toccato i diritti acquisiti, ha provato a mascherare quelle che sono state le sue posizioni e quelli dei partiti che la sostenevano, in primis il suo, Fratelli d’Italia. Non le abbiamo creduto, e abbiamo fatto bene. Lo abbiamo visto dai primi giorni del Governo più nero della nostra storia repubblicana, lo abbiamo toccato con mano nell’ultimo giorno quando si è tornati ad attaccare senza riserve noi persone Lgbtqia+.

Mentre da un lato il Viminale faceva pressioni al Sindaco di Milano Sala per interrompere le trascrizioni di atti nascita di bambini nati in famiglie omogenitoriali all’estero, in Parlamento si preparava l’attacco vero e proprio. Da un lato incardinando una pdl che prevede di eliminare le fattispecie di “orientamento sessuale” e “identità di genere” dalle norme che regolano la protezione speciale per i migranti, dall’altro, in Senato, con la commissione politiche europee che blocca la proposta di regolamento UE per il riconoscimento dei diritti dei figli delle coppie dello stesso sesso e l’adozione di un certificato europeo di filiazione.

È un attacco frontale, senza riserve, ideologico e senza alcun fondamento. È un attacco ad un Sindaco che negli anni ha portato Milano ad essere avanguardia italiana sulle questioni Lgbtqia+ al pari di tante realtà europee. Ed è un attacco a noi e alle nostre famiglie, senza farsi problemi del fatto che si attaccano i figli per arrivare a noi. Significa, inoltre, certificare una discriminazione di Stato: esistono bambini più bambini di altri, per dirla alla Orwell. In altre parole, significa che quei circa 150mila bambini che nascono, vivono e crescono in famiglie arcobaleno non meritano le stesse tutele degli altri. Perché il punto di quel regolamento europeo è proprio questo: tutti bambini e le bambine devono essere ugualmente tutelati, anche attraverso un certificato di filiazione valido in tutti gli Stati membri. 

Non è solo un passo indietro, è l’imposizione di un modello sociale che vuole negare la diversità e, ancor di più, che il genitore non può essere solo un “passaggio biologico” ma una responsabilità basata sull’amore. Per questo si torna indietro, invece di guardare avanti verso il tema della responsabilità genitoriale e della riforma del diritto di famiglia e del sistema di adozioni e affido.

Poi c’è il tema dei migranti, un evergreen per la destra, che punta all’all-in facendolo incrociare con quello Lgbtqia+. Una combo micidiale. 

Pensare di eliminare orientamento sessuale e identità di genere tra le fattispecie per la protezione speciale è semplicemente disumano. Non perché le persone Lgbtqia+ meritino trattamenti speciali in ambito migratorio ma perché significa voler cancellare quelle persone, ignorare il grido disperato di chi ogni giorno viene perseguitat* a causa di ciò che è, un essere umano.

Significa riuscire a discriminare anche tra gli ultimi. Significa ribadire che anche tra richiedenti asilo e rifugiati ci sono persone di serie A e B, salvo poi dimenticare di dire che alla fine, comunque, li abbandoniamo tutte e tutti alle porte dell’Europa, magari in Turchia o in altre zone. Confinandoli da una una prigione all’altra. Significa voltarsi dall’altra parte mentre le associazioni e le organizzazioni politiche Lgbtqia+ ricevono ogni giorno richieste di persone che in Afghanistan, Iran e altri Paesi anche africani, ci chiedono aiuto perché rischiano la loro vita a causa del loro orientamento sessuale e della loro identità di genere. Un grido a cui spesso non sappiamo cosa rispondere nemmeno passando dai canali ufficiali. È logorante, fidatevi. Io stesso ho ricevuto quei messaggi ed essere inerme è qualcosa di terribile. Ti scrivono per un paio di giorni, si prova a tenere aperto un canale perché fintanto che scrivono, sono vivi. Poi un giorno accade che non scrivono più e non c’è modo di sapere perché. Queste sono le persone che, per la destra, non meritano alcuna protezione speciale. Quelle che se scoperte nel loro Paese vengono frustate, prese a sassate, torturate, uccise.

Di fronte alla scelte politiche di queste ultime ventiquattrore, non siamo stupiti, la destra conferma solo quale sia la sua vera faccia.

Quello che, però, forse può stupire loro, è che stavolta non siamo più disorientati e disorganizzati. Veniamo da anni in cui i nostri Pride sono stati marea, sempre crescente. Lo saranno ancora, e ancora. Cresceranno anche le persone che si uniranno, alleati e alleate, loro, come noi, discriminati, marginalizzati, razzializzati. Ultimi tra gli ultimi. 

Dall’ultimo congresso del PD abbiamo imparato che a volte “non ci vedono arrivare”. Beh, credo che noi stavolta vogliamo essere molto chiar*, invece.

Saremo orgoglios*, saremo colorat*, saremo liber* anche se la destra vuole imbavagliarci e incatenarci. Saremo Favolos*, Saremo Ribell*, Saremo Partigian*.

Per i diritti, per le libertà.

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