Pregliasco: "Terza dose necessaria anche per alzare una barriera contro Omicron"
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Pregliasco: "Terza dose necessaria anche per alzare una barriera contro Omicron"

Il virologo però è in parte ottimista: "Sembrerebbe una variante più contagiosa, ma con casi più lievi. Non sappiamo ancora in via definitiva se possa schivare il vaccino"

Pregliasco: "Terza dose necessaria anche per alzare una barriera contro Omicron"
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4 Dicembre 2021 - 16.35


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Al momento c’è molta prudenza e molta attenzione, anche se alcuni dati sembrano lasciare spazio a brandelli d’ottimismo, visto che c’è chi spera in una mutazione del virus che lo renda molto meno aggressivo.

 “Ad ora, da quello che emerge, la variante Omicron sembrerebbe più contagiosa, ma con casi più lievi. Non sappiamo ancora in via definitiva se possa schivare il vaccino, ma qualora dovesse farlo non sarebbe comunque in forma completa, ecco perché è necessario fare la terza dose”. 

A dirlo ai microfoni di iNews24, è il direttore sanitario dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco. I dati, ha sottolineato, “necessitano ancora di un po’ di tempo per arrivare a una conclusione, diciamo che ci vorrà ancora una settimana per aver un quadro più completo”.

Pregliasco ha poi spiegato: ”Siamo ancora nella fase di risalita della curva. Sarà necessario vaccinarsi, fare il richiamo e mantenere sempre alta l’attenzione. Spero davvero che questo possa essere uno degli ultimi colpi di coda del virus ed è proprio in questo senso che va compresa l’opportunità di una dose di rinforzo per garantire ulteriormente una protezione più efficace”. Sull’autorizzazione di Aifa al vaccino per i bambini nella fascia 5-11 anni, Pregliasco ha poi rimarcato: ”Ci sono stati già 3 milioni e mezzo di casi ad oggi, grazie agli ottimi sistemi americani e israeliani di raccolta dati. Direi che i numeri quindi già li abbiamo e sono consolidati”.

Sulla copertura vaccinale mondiale e sul dibattito circa la possibilità di togliere i brevetti , Pregliasco ha commentato: ”Dobbiamo cercare di vaccinare il maggior numero di persone possibile, non solo in Italia, ma nel mondo. Sarà una battaglia difficile e a lungo termine, che però non possiamo esimerci dal combattere”. 

Quindi ha concluso: ”Quel che serve è un accordo internazionale che garantisca una rimodulazione dei costi, in modo da permettere una maggior diffusione dei vaccini. Togliere i brevetti non risolverebbe il problema, perché purtroppo non basta avere la ricetta della nonna per fare la torta, soprattutto se a cucinare è il nipote”.

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