Paziente affetto da un raro tumore è salvo grazie al fatto che si è ammalato di Covid
Top

Paziente affetto da un raro tumore è salvo grazie al fatto che si è ammalato di Covid

La malattia ha evidenziato in un giovane piemontese, un raro tumore cardiaco operato con successo presso l’Irccs Policlinico San Donato

Sala operatoria
Sala operatoria
Preroll

globalist Modifica articolo

25 Giugno 2021 - 09.58


ATF

Gli esami per il Covid hanno infatti evidenziato in un giovane piemontese, un raro tumore cardiaco operato con successo presso l’Irccs Policlinico San Donato grazie alla cardiochirurgia endoscopica 3D: il suo è l’unico caso noto trattato con un intervento mininvasivo endoscopico.
Protagonista Filippo, 38 anni, che lo scorso novembre si ammala di Covid-19. Supera bene l’infezione ma una Tac polmonare di controllo, a febbraio 2021, aveva evidenziato una dilatazione dell’aorta e una massa di 2,5 cm all’interno del ventricolo sinistro. I medici lo sottopongono a tre mesi di terapia anticoagulante, sotto stretta osservazione, pensando a una complicanza trombotica del Covid-19, ma la massa non regredisce con i farmaci.
Ulteriori indagini ecocardiografiche identificano allora il tumore, un mixoma del ventricolo sinistro, di cui sono descritti pochi casi al mondo.
La massa gelatinosa, attaccata all’apice del ventricolo sinistro con un piccolo peduncolo, si muove all’interno del ventricolo e – sebbene si tratti di un tumore benigno dal punto di vista istologico – espone il paziente a un serio rischio di embolia: il mixoma potrebbe staccarsi o parcellizzarsi ed entrare direttamente in circolo provocando gravi embolie cerebrali o occludendo arterie importanti.
Una volta riconosciuto il tumore, il paziente è stato indirizzato all’Irccs Policlinico San Donato, centro di riferimento internazionale per lo studio e l’insegnamento delle tecniche cardiochirurgiche sul ventricolo sinistro, grazie al lavoro pionieristico in questo campo del dottor Lorenzo Menicanti, oggi direttore scientifico.
Ad accogliere e operare Filippo, con il dottor Filippo Amoroso e la dottoressa Annalisa Francescato, è il dottor Marco Diena, responsabile della Cardiochirurgia mininvasiva ed endoscopica che spiega: “Abbiamo valutato il caso di Filippo grazie a un ‘cardioteam’ ovvero mettendolo al centro di una squadra multidisciplinare di cardiologi, cardiochirurghi ed esperti di imaging e il responso unanime è stato che dovevamo intervenire al più presto: il tumore attaccato ad un esile peduncolo si muoveva ad ogni contrazione del cuore, ovvero circa 100.000 volte al giorno”.
“In letteratura sono descritti al mondo pochissimi casi di mixoma del ventricolo sinistro, con danni neurologici in quelli non diagnosticati in tempo, e quasi tutti operati in sternotomia, cioè con tecnica tradizionale. Risulta solo un caso operato con la chirurgia robotica negli Usa e uno in minitoracotomia in Germania.”
Ha proseguito il dottor Diena: “Quello di Filippo è quindi l’unico caso operato tramite una tecnica mininvasiva endoscopica in 3D: grazie a un’incisione nel torace di pochi centimetri e grazie all’uso di telecamere endoscopiche ad alta risoluzione 3D, abbiamo la possibilità di vedere l’interno del torace e delle cavità cardiache con la massima precisione. Attraverso l’uso degli occhiali di polarizzazione 3D, il chirurgo visualizza sullo schermo un’immagine ingrandita otto volte, ricca di dettagli e di colori reali, e percepisce perfettamente il senso della profondità”.
“Questo ci ha consentito, in circolazione extra corporea e quindi a cuore fermo per pochi minuti, di recidere il peduncolo che teneva il tumore in sede e di rimuoverlo senza frantumarlo. Questa tecnica, in mani esperte, garantisce interventi più veloci e un tempo ridotto di circolazione extracorporea.“
Filippo infatti, operato l′8 giugno, dopo due giorni passeggiava già in reparto e in una settimana era a casa. Non dovrà fare ulteriori terapie.

Leggi anche:  Inchiesta mascherine, la Procura chiede 1 anno e 4 mesi di carcere per Domenico Arcuri: le accuse dei Pm
Native

Articoli correlati