I pediatri: "Noi pronti a vaccinare, ora tocca alle Regioni"
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I pediatri: "Noi pronti a vaccinare, ora tocca alle Regioni"

La Federazione italiana dei medici pediatri: "Un mese e mezzo fa abbiamo firmato un protocollo d'intesa nazionale, insieme al ministro Speranza"

Vaccini dai pediatri
Vaccini dai pediatri
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31 Maggio 2021 - 14.38


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Paolo Biasci, presidente della Federazione italiana dei medici pediatri (Fimp), nella giornata in cui si attende il via libera dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa per il vaccino di Pfizer/BioNTech nei 12-15enni ha commentato le parole del ministro della Salute, Roberto Speranza, secondo il quale “dobbiamo usare il più possibile i pediatri di libera scelta per il vaccino” nell’età pediatrica.
“I pediatri sono più che pronti a vaccinare i ragazzi dai 12 a 15 anni” contro Covid-19. “Abbiamo un protocollo nazionale con indicazioni precise. Ora tocca alle Regioni.
I nostri rappresentanti a livello regionale attendono la chiamata delle rispettive Regioni per dare ossigeno applicativo a quello che c’è scritto nel protocollo nazionale. E’ giunto il momento”. 
“Noi – ha ricordato – già un mese e mezzo fa abbiamo firmato un protocollo d’intesa nazionale, insieme al ministro Speranza e all’allora presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonacini. Per quanto riguarda il nostro ruolo, in quel documento sono già scritte le cose importanti su come possiamo intervenire. Sul livello nazionale, dunque, è stato fatto quello che doveva essere fatto. Ora compete ad altri”, ha sottolineato Biasci invitando le Regioni ad accogliere “le indicazioni che negli ultimi giorni sono state pressanti.
Lo stesso generale Figliuolo ha indicato un passaggio dagli hub alla medicina del territorio – ha rimarcato – E ieri sera Speranza sull’età pediatrica ha fatto una dichiarazione che non desta dubbi. Adesso la palla è nelle mani dei governatori, non nelle nostre. Quindi noi saremo pronti concretamente quando le Regioni ci metteranno nelle condizioni di poter operare”.
Biasci ha evidenziato che la strada è quella di porre in campo “strategie organizzative all’interno del sistema sanitario nazionale, per il passaggio a una nuova normalità che arriverà gradualmente, in modo da uscire dall’emergenza anche sul piano dell’organizzazione. E se i costosi hub hanno dato una risposta in una fase emergenziale, è evidente che non potrà essere così per sempre. Dobbiamo pensare a un modello più stabile, più normale, che sarà più paragonabile alle campagne vaccinali antinfluenzali e che si basano su un maggiore ruolo del territorio”. 
“Speranza punta su presidi del Servizio sanitario nazionale, quali sono gli studi dei pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale, per garantire un futuro stabile per la vaccinazione anti-Covid che, si ipotizza, sarà più di routine, con richiami probabilmente periodici. Va quindi messa in moto una nuova macchina”, ha continuato Biasci.
E “per quanto ci riguarda – ha infine concluso il presidente Fimp – una facilitazione organizzativa viene dal fatto che oggi è possibile tenere le dosi Pfizer, scongelate, anche 30 giorni in un normale frigorifero. E questo cambia molto le possibilità pratiche”.

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